Napoli, uccisi in una sala scommesse di Miano: due arresti

di Redazione

Napoli – Arrestati gli esecutori del duplice omicidio di Salvatore Scognamiglio e Salvatore Paolillo, commesso a Napoli, nel quartiere Miano, il 5 agosto del 2011, nonché dei connessi reati di porto e detenzione illegali di armi, con la circostanza aggravante di aver commesso i fatti al fine di agevolare gruppo camorristico Lo Russo. Ad ammanettarli gli agenti della Polizia di Stato su ordine della Direzione distrettuale antimafia partenopea.

L’agguato avvenne all’interno della sala scommesse Betting 2000, ubicata a Miano, e fu ripreso dalle telecamere di videosorveglianza. Agli atti del procedimento stato acquisito il video dell’esecuzione del delitto che ritrae le fasi salienti dell’azione criminale, portata a termine in soli sette secondi.

La visione delle immagini rende evidente la ferocia del killer, il cui volto coperto da un casco, che non esita a sparare ripetutamente per portare a termine i| suo proposito omicida, nonostante la presenza di altre persone all’interno della sala scommesse. Grazie all’apporto dichiarativo di diversi collaboratori di giustizia, sia del clan Lo Russo, che di altri clan allo stesso alleati, stato possibile pervenire ad una puntuale ricostruzione della vicenda omicidiaria, anche per quanto riguarda mandante. Invero, duplice omicidio maturato all’interno dello stesso clan Lo Russo, di cui le vittime facevano parte, a causa di dissidi interni al suddetto clan, legati alla scelta di Salvatore Lo Russo, padre di Antonio, di collaborare con la giustizia.

Le vittime erano affiliate al clan Lo Russo e la loro eliminazione va inquadrata come una “epurazione interne decretata dal capo clan latitante, Antonio Lo Russo, e materialmente portata a termine dai suoi fedelissimi, pronti ad eliminare coloro che sembravano porsi in contrasto con lo stesso Antonio. Secondo concorde narrato dei collaboratori, fu Mario Lo Russo, zio di Antonio, una volta appresa la notizia della scelta collaborativa del fratello Salvatore, a dire che il nipote Tonino non poteva continuare ad avere comando del clan e che al suo posto la reggenza del clan sarebbe dovuta passare a Scognamiglio Salvatore.

Eliminato Salvatore Scognamiglio e riaffermata la propria forza criminale, Antonio Lo Russo, benché latitante e figlio di un pentito, ha continuato a comandare il clan sino al suo arresto avvenuto a Nizza nell’aprile del 2014. I destinatari del provvedimento cautelare sono Vincenzo Bonavolta, alias “Cenzore”, e Luciano Pompeo, fratello del boss Luigi Pompeo, entrambi già detenuti per altra causa.

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