Afragola, ucciso in auto davanti alla moglie e al figlio di 11 anni

di Redazione

Ucciso davanti alla moglie, al figlio di 11 anni e a un amichetto del bambino. Un uomo è stato raggiunto da colpi di pistola, nel Napoletano, mentre era a bordo della sua auto. L’ agguato è avvenuto, poco dopo le 14:30 sulla Statale Sannitica, all’altezza del Vico Montegallo, davanti a una sala Bingo, nel comune di Afragola.

Remigio Sciarra, 52 anni, residente a Cardito, è stato colpito mentre era in auto con la moglie di 50 anni – ferita a una mano –  il figlio e un altro bambino, entrambi rimasti illesi. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Casoria e quelli del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna, che stanno indagando. La vittima è ritenuta vicina al clan Cennamo. Dieci anni fa Sciarra fu arrestato per estorsione a un imprenditore di Frattamaggiore.

La camorra torna a colpire e negli ultimi giorni c’è stata un’escalation di violenza nel Napoletano: con Sciarra sale a 7 il numero delle persone uccise a colpi di arma da fuoco a Napoli e in provincia negli ultimi 10 giorni.

In diversi casi gli investigatori battono la pista della criminalità organizzata. Il 25 maggio il primo della serie di fatti di sangue, ad Afragola come nel caso dell’omicidio di Sciarra. In via Benedetto Croce, gli agenti della polizia di Stato hanno trovato il corpo senza vita di Salvatore Caputo, 72 anni, già noto alle forze dell’ordine. Il corpo era in auto, diverse le ferite da colpi di arma da fuoco su tutto il corpo.

Poche ore dopo, a Giugliano in Campania, padre e figlio, Vincenzo ed Emanuele Staterini, rispettivamente 51 e 30 anni, sono stati uccisi in un agguato all’interno di una tabaccheria in corso Campania. I due sono stati raggiunti da una persona scesa da uno scooter che, con volto coperto, ha esploso diversi colpi di arma da fuoco, uccidendoli entrambi. Il killer è poi fuggito con un complice. Le vittime erano originarie di Napoli, quartiere Sanità, ma vivevano a Giugliano da diversi anni.

Ancora sangue nella notte tra il 26 e il 27 maggio, stavolta nel centro di Napoli, in una delle zone maggiormente battute dalla movida cittadina: Carmine Picale, 29 anni, si trovava in un pub della Riviera di Chiaia quando è stato raggiunto da un uomo con volto coperto da un passamontagna che lo ha ferito mortalmente esplodendo diversi colpi di pistola. Picale è morto poco dopo nell’ospedale Loreto Mare, dove era nel frattempo stato accompagnato da alcuni amici.

Il 27 maggio è il giorno del doppio omicidio del 45enne Carlo Nappello e del nipote 23enne, con il quale condivideva nome e cognome: i due, già noti alle forze dell’ordine e considerati dagli investigatori vicini al clan camorristico dei Lo Russo, sono stati uccisi in via Vincenzo Valente, nel quartiere Miano a Napoli, mentre erano a bordo di uno scooter. Almeno 20 i colpi di arma da fuoco esplosi con una semiautomatica da due persone che hanno probabilmente affiancato le vittime con uno scooter. Il duplice omicidio ha portato all’intensificazione del controllo del territorio da parte di carabinieri e polizia: il 30 maggio tre giovani tra i 19 e i 25 anni, pregiudicati, sono stati arrestati al termine di un inseguimento in via Janfolla, durante il quale in due hanno puntato una pistola contro i Carabinieri, desistendo subito dopo e venendo disarmati e immobilizzati.

Ieri poliziotti del Commissariato Scampia e della Squadra Mobile di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 5 affiliati al gruppo criminale Nappello, ritenuti colpevoli di una rapina in un esercizio commerciale nel settembre 2016. Tra i destinatari dell’ordinanza emessa dal gip figurava anche Carlo Nappello, 45enne ucciso nell’agguato del 27 maggio a Miano.

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