“Il mio nome è Zoccola”, a Carinaro presentazione del libro

di Redazione

La storia, i problemi, le paure, ma anche la consapevolezza di possedere due cose che i camorristi non potranno mai avere: la felicità e la libertà. È la storia di Benedetto Zoccola, attuale vicesindaco di Mondragone, che fin da giovane ha deciso di sfidare la camorra, in un ambiente dove la malavita è ancora ben radicata. Si partirà da questa vicenda e dal libro che la racconta, “Il mio nome è Zoccola, per la camorra sono un figlio di puttana. Benedetto Zoccola raccontata da Ismaele La Vardera”, sabato pomeriggio alle 18:00 a Carinaro (in Piazza Trieste) nella sede dell’associazione “Terra Nostra” per parlare di ribellione al crimine organizzato.

A discutere con l’amministratore e consulente fiscale, che da anni vive sotto scorta e che purtroppo a seguito di un attentato ha perso l’udito da un orecchio ed ha la vista sensibilmente ridotta da un occhio, ci saranno Mario Moretti del sodalizio che organizza il convegno-dibattito ed il giornalista Francesco Paolo Legnante.

Quella del numero due della giunta litoranea è la vicenda di un uomo, o forse sarebbe meglio dire un ragazzo, che permettendo la cattura del boss locale che, imponeva il suo controllo sulle costruzioni edili, ha fatto la sua scelta di campo e che oggi persegue i suoi ideali di giustizia indagando sugli appalti assegnati, sui favoritismi e sulle infiltrazioni della camorra nell’amministrazione comunale.

Il suo impegno ha generato una costante persecuzione da parte della malavita, affrontata grazie all’affetto dei cari, alla dedizione degli uomini della scorta e al sostegno dei cittadini di Mondragone.

Eppure, intorno alla vicenda di Benedetto Zoccola ci sono ancora molti aspetti che fanno sorgere interrogativi, ma che non gli impediscono, però, di credere nel futuro e soprattutto di parlare dei suoi sogni col sorriso sulle labbra.

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