30 anni di Simpson: il 19 aprile 1987 l’esordio in tv

di Redazione

Scorretti, irriverenti, paradossali, esilaranti, ma incredibilmente umani. “I Simpson” compiono 30 anni di satira raffinata, gag diventate leggenda e personaggi cult. Il cartoon più applaudito e longevo della tv, apparso per la prima volta il 19 aprile 1987 con la firma del fumettista Matt Groening, arrivò in Italia nel 1991 sui canali Mediaset. A distanza di 30 anni esatti, la serie animata proposta da Italia 1, dal lunedì al venerdì a partire dalle ore 13.45, non ha arrestato il suo successo.

Ancora oggi la serie raggiunge quotidianamente una media di oltre 1.200.000 spettatori totali con il 21.40% di share sul target di riferimento 15-34 anni. Un traguardo, per un cartoon, che non ha eguali.

La serie debuttò in forma di brevi corti animati all’interno del “Tracey Ullman Show”, tra uno sketch e l’altro. Due anni più tardi, il 17 dicembre 1989, “I Simpson” conquistarono la prima serata diventando una pietra miliare della storia della televisione.

Da allora il cartoon meno “politically correct” del piccolo schermo vanta una lunga lista di primati: 616 episodi, 32 Emmy Awards (gli Oscar della tv Usa), una nomination per i Golden Globe, 8 People’s Choice Awards, una stella sulla Hollywood Walk of Fame e il titolo di “Miglior show del 20esimo secolo” per il magazine Time. Lo stesso magazine, l’anno precedente, aveva definito Bart Simpson la 46esima persona più influente del 20esimo secolo. Bart e Lisa si sono classificati, invece, all’11esimo posto tra “I 50 migliori personaggi animati di tutti i tempi” di Tv Guide.

Ma non è tutto. Il cartone irriverente ed esilarante, che mostra senza peli sulla lingua uno spaccato del reale smascherandone le ipocrisie e le ingiustizie, è precettore di oltre 15 profezie diventate poi realtà: dall’elezione del presidente Donald Trump alla performance di Lady Gaga al Superbowl, dall’invenzione dello smartwatch a quella del correttore automatico. E che dire delle celebrities che sono apparse all’interno della serie, oltre 100 guest star famose da Meryl Streep, Elton John, Richard Gere a Britney Spears, Paul e Linda McCartney.

Tra le curiosità più interessanti che riguardano “I Simpson” c’è quella che riguarda i nomi dei personaggi, che rispecchiano quelli dei familiari di Groening: i genitori Homer e Marge e le sorelle Lisa e Maggie. Bart avrebbe dovuto chiamarsi Matt come il fumettista, ma scelsero poi di dargli il nome che conosciamo in quanto anagramma della parola “brat” che tradotto vuol dire “monello”.

Con il passare degli anni poi sono arrivati Ned Flanders, Boe, Otto Disc, il Preside Skinner, il Signor Burns, Waylon Smithers, il Commissario Winchester e molti altri ancora per popolare quella stravagante cittadina che è Springfield. Tutti legati da un minimo comune denominatore, mettere alla berlina qualsiasi legge comunemente accettata e dare libero sfogo alle proprie emozioni toccando temi sempre molto attuali, dalle religioni integraliste, ai potenti corrotti, dallo sfruttamento sul posto di lavoro alle finte ideologie ambientaliste, al femminismo.

Un cartone libero, nel vero senso della parola, dove tutto è possibile e ammesso, dagli eccessi di gola e di vizi di Homer, alla negligenza scolastica di Bart. Ma dove alla fine a trionfare è sempre la famiglia e i suoi principi più profondi.

Groening muove i fili dei suoi personaggi con intelligenza e raffinata ironia ed è questo che ce li rende così vicini. In molti sostengono che “I Simpson” fanno filosofia più dei filosofi, senza sconti per nessuno, denunciando l’assurdità della condizione umana e l’ipocrisia imperante, ma aiutandoci anche ad accettare la vita ridendoci sopra e ridendo di noi stessi.

Il tutto “condito” da una buona dose di anticonformismo e un pizzico di anarchia, come recita l'”Homer pensiero”: “Non posso vivere una vita convenzionale… Io voglio tutto: le discese ardite e le salite stordite. Certo potrei offendere qualche naso dal sangue blu con il mio incedere vanitoso… io non sarò mai il prediletto di chi schiocca la lingua, si alliscia la barba e parla di ciò che deve essere fatto di questo Homer Simpson…”. Ovvero: ognuno deve e può essere ciò che vuole o.. ciò che è riuscito a diventare.

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