Aversa, avvocati lanciano nuovo allarme: al Giudice di Pace cause bloccate

di Livia Fattore

Aversa – Parla apertamente di giustizia negata e, dopo aver incontrato la presidente del tribunale di Napoli Nord Elisabetta Garzo, in rappresentanza di 600 avvocati, torna alla carica l’avvocatura del circondario aversano con una dura nota rivolta a: ministro della giustizia, consiglio nazionale forense, presidente della corte di appello di Napoli, commissario straordinario del costituendo ordine di Napoli Nord e amministrazione comunale di Aversa.

«Le numerose doglianze rappresentate dall’avvocatura territoriale che ha stigmatizzato – si legge nella nota – le problematiche afferenti sia l’Ufficio del Giudice di Pace Circondariale, di competenza Ministeriale, che del Tribunale, sono rimaste disattese. Gli incontri avuti con la Presidenza del Tribunale di Napoli Nord, presenti i rappresentanti degli Ordini Forensi interessati e l’invio delle richieste al Ministero, ad oggi alcun risultato hanno raggiunto».

La situazione più catastrofica è relativa all’Ufficio Circondariale del Giudice di Pace di Napoli Nord in Aversa. «Una situazione – continuano gli avvocati del foro aversano – che è andata ulteriormente aggravandosi tenuto conto del fatto che nel mese di marzo del 2017, sono state assegnate appena 145 cause civili delle diverse migliaia iscritte a ruolo nel 2016. Ciò comporta che oltre 30.000 e passa cittadini attenderanno ancora prima di avere giustizia, al di là di ogni ragionevole durata del processo, in un territorio già difficile e questo, non può che significare giustizia negata».

Gli avvocati aversani rilevano e sottolineano, ancora una volta, «le disfunzioni presenti nel Tribunale di Napoli Nord in Aversa, presso l’Ufficio Unep, che si trova, con pochi dipendenti, a gestire ben 35 comuni del circondario per un totale di un milione e passa residenti; presso la sezione espropri, pressoché ferma; ritardi enormi nelle liquidazioni delle parcelle del patrocinio a spese dello Stato; la carenza di organico amministrativo e magistratuale. Tutte le Istituzioni interessate, inspiegabilmente, dirigono lo sguardo altrove, investendo risorse economiche in altisonanti eventi, con l’unica attrazione del riconoscimento dei crediti formativi».

«Purtroppo, a Napoli Nord – ricordano i professionisti – non esiste un Consiglio dell’Ordine degli Avvocati che possa rappresentare le istanze del Foro, vigilare e sovraintendere, secondo le prerogative di legge, alle varie nomine previste dal codice di rito».

Da queste considerazioni nasce la richiesta di «un immediato intervento del Consiglio Nazionale Forense, che, in attesa di libere e democratiche elezioni, provveda ad una gestione commissariale del Foro con pieni poteri, ed alla quale, noi tutti inseriti nell’Albo Provvisorio, chiediamo di poter pagare le quote di iscrizione perché siano utilizzate per la risoluzione delle problematiche urgenti. Gestione commissariale, anche collegiale e con rappresentanza paritetica del territorio napoletano e sammaritano, che partendo dal Commissario in carica, si interfacci con la Magistratura e provveda alla stesura dei vari albi previsti per legge e di prerogativa del Foro, per recuperare lavoro e rimettere in moto l’economia professionale del circondario».

Chiesto anche un immediato intervento della Corte di Appello di Napoli che, con la dirigenza del personale ed i sindacati, proceda alla ottimizzazione delle risorse umane del settore amministrativo, nel distretto e un altrettanto immediato intervento dell’Amministrazione comunale, per un serio piano traffico, parcheggi e trasporto, oltre ad un piano di investimenti per l’integrazione della cittadella giudiziaria aversana nel tessuto urbano.

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