Siria, autopsie sui cadaveri in Turchia: confermato uso di gas letali

di Redazione

I risultati delle autopsie di tre vittime dell’attacco di martedì a Idlib, morte dopo il ricovero in Turchia, provano l’uso di armi chimiche nel raid. Lo ha dichiarato il ministro della Giustizia turco, Bekir Bozdag. Agli esami effettuati nella provincia meridionale di Adana, secondo Anadolu, hanno partecipato su invito di Ankara anche esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità. L’accusa di Israle: “Attacco chimico ordinato da Assad”.

Durante le autopsie, che sono state filmate, sono stati prelevati diversi campioni per ulteriori esami da parte degli esperti turchi e internazionali. Secondo un rapporto preliminare del team di scienziati inviati da Ankara alla frontiera con la Siria per assistere i feriti, almeno uno degli agenti usati nell’attacco sarebbe gas cloro. I risultati, frutto di test effettuati su una trentina di feriti, sono già stati inviati al Consiglio di sicurezza dell’Onu.

“I due attacchi avvenuti a Idlib, in Siria, quello chimico omicida sui civili e quello all’ospedale locale, sono stati condotti su ordine diretto e dietro progettazione del presidente siriano Bashar al-Assad, mediante aerei da combattimento siriani”. Lo ha affermato il ministro della Difesa israeliana, Avigdor Lieberman.

L’esercito siriano, da parte sua, garantisce per bocca del ministro degli Esteri, Walid Muallem, che “non usa e non userà mai” armi chimiche “contro il nostro popolo, contro i nostri bambini, neppure contro i terroristi che hanno ucciso la nostra gente”.

Per Mosca, in ogni caso, le accuse degli Stati Uniti “non sono basate su informazioni obiettive”. A dirlo è il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ricordando che un simile attacco può portare benefici “solo all’opposizione, ai terroristi e ai loro complici. Ci sono forze che si stanno preparando per delegittimare la leadership legittima della Repubblica araba siriana, e ci sono forze del terrorismo e e di coloro che sostengono i terroristi”. Peskov ha quindi sottolineato che “c’è bisogno di scambiare informazioni, è necessario confrontare le informazioni disponibili. Le conclusioni si possono trarre solo dopo questo, non prima”.

Tra chi condanna senza appello il regime di Damasco c’è invece Parigi, che vuole ottenere una risoluzione Onu di condanna per l’attacco chimico. E il ministro degli Esteri francese, Jean-Marc Ayrault, garantisce che “verrà un giorno in cui la giustizia internazionale si pronuncerà su Bashar al Assad che massacra il suo popolo. Questi crimini non resteranno impuniti. Ci sono delle indagini e delle commissioni delle Nazioni unite. Avrà un processo come criminale di guerra”.

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