San Pietroburgo, “kamikaze a sua insaputa”: doveva solo piazzare le bombe

di Redazione

Il presunto attentatore di San Pietroburgo sarebbe stato un kamikaze inconsapevole. Gli investigatori stanno esaminando infatti la versione secondo cui Akbarzhon Jalilov avrebbe dovuto solo piazzare gli ordigni mentre i suoi complici li avrebbero innescati con una telefonata senza che lui sapesse nulla. Intanto gli investigatori hanno fermato tre persone che erano in contatto con Jalilov.

Il presunto autore dell’attentato alla metro di San Pietroburgo non intendeva quindi farsi esplodere ma al contrario è stato ridotto a bomba ambulante dai suoi complici. Le indagini preliminari non danno indicazioni agli investigatori che Jalilov fosse un “kamikaze classico”.

“Il suo comportamento, nonché il fatto che fosse stato radicalizzato da poco, non rientra nello scenario dell’attentatore suicida, questa categoria di persone, infatti, viene preparata appositamente e a lungo – ha detto una fonte vicina agli investigatori -. Non è dunque da escludere che il suo compito fosse quello di preparare le bombe artigianali e di piazzarle nei luoghi convenuti: gli ordigni sarebbero poi dovuti essere attivati a distanza con una telefonata di cellulare”.

Il piano dei criminali prevedeva che Jalilov piazzasse una bomba alla stazione che sarebbe poi dovuta esplodere dopo quella del vagone. L’idea era che dopo l’esplosione nel treno i passeggeri sarebbero sprofondati nel panico e questo avrebbe “aumento” il numero delle vittime.

Intanto, gli investigatori russi hanno fermato tre persone, provenienti dall’Asia centrale, che “avevano instaurato contatti” con il presunto autore dell’attentato. Secondo il Comitato investigativo russo, “nel corso delle perquisizioni nell’appartamento dove vivevano queste persone sono stati trovati elementi di un ordigno simile alla bomba deflagrata il 3 aprile”. Quello trovato nell’appartamento sarebbe “un oggetto che secondo i dati preliminari rappresenta un potenziale pericolo di esplosione”. Tanto che il capo del distretto Nevsky di San Pietroburgo, Konstantin Serov, sostiene che questo sia stato disinnescato dalle forze dell’ordine.

A San Pietroburgo è stata arrestata un’ottava persona proveniente dall’Asia centrale e sospettata di reclutare potenziali estremisti per le organizzazioni terroristiche Isis e Al Nusra. Secondo gli investigatori, citati ieri dall’agenzia Interfax, gli arrestati sono accusati di “aver reclutato” da novembre 2015 ad ora “soprattutto migranti provenienti dalle repubbliche dell’Asia centrale per commettere reati di terrorismo” e di averli “incitati a partecipare alle attività delle organizzazioni terroristiche Jabhat al Nusra e Stato islamico”.

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