Rimini, barca a vela contro scogli: 4 morti

di Redazione

Un gruppo di amici, legati dalla grande passione per il mare. Ecco chi c’era su quella barca a vela di 15 metri battezzate ‘Dipiù’ che martedì pomeriggio si è schiantata sulla barriera del porto di Rimini, cappottandosi, e causando la morte di quattro delle sei persone che c’erano a bordo. Tre corpi sono stati recuperati soltanto in mattinata.

La barca era di Alessandro Fabbri, 67 anni, veronese: noto cardiochirurgo aveva lavorato prima all’ospedale di Borgo Trento per poi diventare primario al San Bortolo di Vicenza. Un medico stimato anche per la sua disponibilità e per il carattere affabile. Un professionista con la passione per l’impegno politico: era stato vicesegretario provinciale della Democrazia Cristiana e in seguito aveva partecipato alla fondazione del Partito Popolare. “Ad Alessandro Fabbri, che avevo incontrato proprio pochi giorni fa, ero personalmente legato da amicizia e da stima” ha detto il sindaco di Verona, Flavio Tosi.

Fabbri e il suo equipaggio erano salpati poco prima del naufragio da Marina di Ravenna ed erano diretti a Trapani, in Sicilia. Davanti alle coste di Rimini il maltempo si è ulteriormente aggravato e hanno quindi tentato di trovare rifugio in porto. Durante la manovra di avvicinamento, la barca è stata travolta dalle altissime onde e si è schiantata sugli scogli.

Con lui c’era anche la figlia maggiore, Alessia, 38 anni (a casa è rimasto un altro figlio), notaio con studio a Castelnuovo del Garda (Verona) e tesoriere del Consiglio Notarile di Verona. Sulla barca era salito anche il suo fidanzato Luca Nicolis, 39 anni, nato a Bussolengo (Verona), direttore della ‘Bottega del vino’, uno dei locali più noti e antichi di Verona, insignito l’anno scorso dalla rivista americana “Wine Spectator” come uno degli undici ristoranti nel mondo, unico italiano, che da soli “valgono il viaggio” e il cui ricordo “rimane per tutta la vita”.

Nicolis è uno dei due superstiti: quando è stato salvato era ancora cosciente e ha continuato a gridare e a disperarsi, chiedendo a tutti di trovare anche la sua Alessia. Saputo dell’incidente, i colleghi della ‘Bottega del vino’ hanno subito chiuso il locale e sono corsi a Rimini che stargli vicino. Nicolis, rivocerato in ospedale subito dopo il salvataggio, è stato dimesso in mattinata e ha partecipato a un sopralluogo al porto per ricostruire la dinamica della tragedia insieme agli investigatori.

Sulla barca c’era anche Enrico Martinelli, 69 anni, con casa a Ortisei (Bolzano), ex dirigente di un’impresa di costruzioni e grande appassionato di vela. La quarta vittima è un ingegnere di Camisano Vicentino, Enrico Salin, 64 anni, che l’ex cardiochirurgo aveva conosciuto durante la sua esperienza professionale a Vicenza.

L’altro superstite, infine, è un altro medico: Carlo Calvelli, 68 anni, otorinolaringoiatra al Policlinico di Verona e docente all’Università, da poco in pensione: arrivato in ospedale in condizioni di grave ipotermia, è stato trasferito dal reparto di Rianimazione a un reparto a minore intensità di cura, non essendo più necessari sedazione e ventilazione artificiale. Le sue condizioni sono migliorate nel pomeriggio.

La procura di Rimini ha aperto un fascicolo per naufragio colposo al fine di accertare le cause che hanno provocato il tragico incidente.

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