“Don Ciotti sbirro”, minacce a Locri contro il patron di Libera

di Redazione

Dopo la visita di domenica del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, una scritta “don Ciotti sbirro” è stata tracciata nella notte sul vescovado di Locri (Reggio Calabria). Luigi Ciotti è presidente di Libera e in questi giorni è ospite nel complesso vescovile in occasione della Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Trovata anche un’altra scritta: “Più lavoro meno sbirri”. Entrambe le frasi sono state subito cancellate dagli operai del Comune.

“La ‘ndragheta vuol far sentire il proprio potere in campo religioso”, ha quindi ricordato monsignor Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace. “Noi vietiamo la raccolta di denaro, ma qualcuno pretende che si faccia perché deve poi investirlo in business che non c’entrano con la carità”.

“Siamo i primi, da sempre, a dire che il lavoro è necessario, anzi che è il primo antidoto alle mafie. Ma che sia un lavoro onesto, tutelato dai diritti, non certo quello procurato dalle organizzazioni criminali”. Così don Ciotti commenta le scritte apparse sul Vescovado di Locri.

“Gli ‘sbirri’, che sono persone al servizio di noi tutti – prosegue il patron di Libera – sarebbero meno presenti se la presenza mafiosa non fosse così soffocante. Questi vili messaggi, vili perché anonimi, sono comunque un segno che l’impegno concreto dà fastidio. Risveglia le coscienze, fa vedere un’alternativa alla rassegnazione e al silenzio. Con questa Calabria viva, positiva, che costruiamo, troviamo in tante persone, soprattutto nei giovani, una risposta straordinaria, una straordinaria voglia di riscatto e di cambiamento”.

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