“Morsi e Rimorsi”, lo chef Iervolino: “Ho scelto Aversa perché rappresenta le mie passioni”

di Nicola Rosselli

“Ho scelto Aversa perché rappresenta l’esatta sintesi delle mie tre passioni e, a poco meno di due mesi dall’apertura, posso dire che non ho sbagliato”. A parlare Gianfranco Iervolino, star della tv grazie alla sua partecipazione a “Detto, fatto” con l’aversana Caterina Balivo, ma, soprattutto, stella di “Morsi e Rimorsi”, il locale aperto da metà dicembre scorso in via Nobel ad Aversa. Un locale che, soprattutto nelle serate di fine settimana, viene preso letteralmente d’assalto dagli amanti della pizza che sono disposti anche ad attendere non poco per gustare una delle migliori, se non la migliore, pizza in circolazione ad Aversa. Un’affermazione tanto più importante se si considera che oggi nella nostra città, fatta salvo Napoli, si concentrano i migliori pizzaioli sulla piazza oltre Lionello a Orta e Pepe a Caiazzo.

Ma quali sono le tre passioni di Gianfranco? “La musica, la pizza e l’arte. E Aversa –risponde il notissimo chef, mentre si aggira nella cucina di Morsi e Rimorsi – è la città della musica ed io, ricordiamolo, mi sento anche musicista; è diventata anche la città della pizza grazie ai tanti locali che può vantare; infine, ha un patrimonio artistico inestimabile e l’arte culinaria ben si innesta in questa cornice. Me ne innamoro ogni giorno di più”.

A dimostrazione del suo amore per l’arte, grazie ad un accordo con il vescovo Angelo Spinillo, Iervolino ha lanciato l’iniziativa: Una pizza per un’opera d’arte. Così la pizza Aversa servirà a recuperare, su indicazione della Diocesi il Mosaico del Cardinale Innico Caracciolo – Secolo XVII, opera di Pietro Bracci, sito nella Cappella del Sacramento della Cattedrale. Un segnale del ruolo sociale sempre più importante che stanno ricoprendo le pizzerie. In pratica, dell’intero menu, tutto il ricavato dalla pizza Aversa è devoluto per il restauro. “Siamo già partiti con un nostro bonifico – ha spiegato l’imprenditore Luca Capece – e mensilmente ne faremo uno sino al raggiungimento della somma necessaria”.

Gianfranco, parallelamente alla sua passione per la pizza, ha, come già detto, sempre amato la musica e seguito i grandi classici musicali napoletani; ha frequentato la scuola per musicisti al centro culturale della canzone napoletana. Due grandi passioni, quelle di Gianfranco che fanno di lui un artista lavoratore dal cuore pieno di gioia ed impegno per ciò che fa.

Nasce il 13 maggio del 1974 a Torre Annunziata, frequenta l’istituto alberghiero di Vico Equense negli anni sotto la guida di professori del calibro di Cannavacciuolo (papà di Antonino) e Barbaro. Parte per l’Inghilterra, con l’intento di conoscere le diversità culinarie del posto e dopo tre anni ritorna in Italia e decide di investire nella gestione di una pizzeria in Pompei fino al 2001, quando lascia la gestione per appassionarsi alla pizza e allo studio di essa per migliorarsi e distinguersi. Inizia a sperimentare nuove tipologie di impasti fino a quando non viene scoperto dal giornalista Luciano Pignataro, caporedattore del “Il Mattino”.

Da quel momento inizia un percorso per sperimentare le farine e impasti a lunga lievitazione, vince diversi premi, ma, soprattutto ci fa gustare una delle pizze più buone in circolazione anche grazie ai prodotti utilizzati, tutti di prima qualità e analiticamente riportati nel ricco menù.

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