Sant’Arpino, il Consorzio Idrico chiede 1,3 milioni al Comune

di Redazione

Sant’Arpino – Altra grana per l’amministrazione comunale, un altro debito ereditato dal passato recente da chi  non ha saldato le quote dovute al Consorzio Idrico Terra di Lavoro. Dopo la Multiservizi, la Fondazione Madonna di Loreto, l’Enel, la Farmacia Comunale, le luminarie natalizie, si allunga ulteriormente l’elenco dei debiti.

Il percorso di risanamento avviato dal sindaco Giuseppe Dell’Aversana per rimettere in ordine il bilancio con un monitoraggio mensile – per verificare l’andamento delle entrate e la riduzione delle spese –  trova continui imprevisti  per  debiti che spuntano come funghi da un recente passato amministrativo. Il comune di Sant’Arpino con delibera del consiglio comunale è uscito fuori del Consorzio Idrico Terra di Lavoro nel luglio del 2015; ora il consorzio oltre a contestare la modalità di fuoriuscita chiede anche il saldo delle quote non versate.

Con un decreto ingiuntivo notificato in questi giorni è stato richiesto il pagamento di più di un milione e trecentomila euro, in assenza del quale si prospetta un altro maxi pignoramento ai danni del nostro comune. Per evitarlo la giunta ha deciso di incaricare un legale per arginare l’ennesima emorragia dalle casse comunali.

Negli atti d’archivio presenti negli uffici  compare anche una nota del 2010, a firma del responsabile dei tributi, che invitava fin da allora l’Amministrazione Comunale ad uscire dal Consorzio Idrico, in un momento in cui l’ammontare del debito era di “appena” seicentomila euro. In sette anni il debito si è raddoppiato ed ora sarà doveroso trovare una soluzione per evitare il tracollo economico del comune.

“Questa del Consorzio idrico è l’ennesima tegola sulla nostra testa. Difficile resistere a questa pressione debitoria – dichiara il sindaco Dell’Aversana –  anche perché fuori la mia porta ogni giorno vi sono decine di imprenditori e professionisti che chiedono di essere pagati per il lavoro svolto per conto del comune negli anni scorsi. Non abbiamo liquidità in cassa, a volte mancano addirittura gli impegni spesa. Cerchiamo ove possibile di transigere, ma le difficoltà rimangono. Siamo al limite del tracollo”.

Proprio in questi giorni il sindaco ha lanciato un preciso monito ai tanti evasori  del comune; parliamo di oltre il 51% di contribuenti che non hanno pagato la tassa dei rifiuti, un tributo evaso in forma massiccia dai cittadini e che comporta una notevole carenza di liquidità di cassa.

L’amministrazione comunale sta facendo ogni sforzo possibile per evitare il dissesto finanziario dell’ente: sta cercando di recuperare soldi sulle entrate comunali andando a scovare ad uno ad uno gli evasori, sta riducendo le spese inutili come le luminarie natalizie e sta anche costantemente pressando Stato (Ministero) e Regione per ottenere quelle somme che ancora sono dovute al nostro comune.

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