Napoli, Lsu morto d’infarto: i colleghi commemorano Raffaele Vettorino

di Redazione

Napoli – Sgomento e rabbia. Questi i sentimenti espressi dai lavoratori socialmente utili dopo la tragedia avvenuta ieri davanti alla sede del Ministero dell’Istruzione a Napoli dove era in atto una protesta. Uno degli Lsu, Raffaele Vettorino, 62 anni, di Pozzuoli, è stato stroncato da un infarto per aver tentato di rincorrere il pirata della strada che con una Bmw aveva travolto due manifestanti. Poco dopo la polizia ha rintracciato il conducente della vettura, un uomo di 67 anni.

L’uomo, colto da arresto cardiocircolatorio, è deceduto durante il trasporto nell’ospedale Loreto Mare. “La macchina che ha travolto i due lavoratori – ha spiegato un testimone – era una Bmw, mi pare di colore grigio. Erano le 7,30, forse le 7,40. Non c’è stato alcun diverbio tra quell’uomo e i nostri compagni. Quando stavamo avviando il presidio quell’automobilista ha letteralmente travolto i due lavoratori che, a seguito dell’impatto, si sono ritrovati sul cofano della macchina”.

Solidarietà è stata manifestata dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris: “Sono vicino ai parenti, ai colleghi e alle sigle sindacali che questa mattina erano con il lavoratore deceduto d’infarto perché un pirata della strada ha forzato il presidio, dinanzi la sede locale del Miur, degli Lsu che rivendicavano lavoro. Ai due lavoratori feriti nell’incidente auguro una immediata guarigione. Si accerti la dinamica dell’accaduto, chi rivendica e lotta per il lavoro non può essere soggetto di atti di prepotenza aggressiva, criminale e violenta”.

Davanti al Miur era in corso una manifestazione dei lavoratori addetti alle pulizie scolastiche che sollecitavano la partenza del piano di investimenti e di attività annunciato per l’inizio del 2017 ma ancora fermo al palo. Risorse che consentirebbero di dare respiro a lavoratori che da mesi di dibattono tra cassa integrazione e disagi occupazionali di ogni tipo. “Nessuno adesso strumentalizzi questa tragedia”, sottolineano, in una nota, i sindacati. “Non si può morire in questo modo, per difendere un lavoro, peraltro precario. Speriamo che si faccia luce presto su questa tragedia. Siamo vicini al dolore della famiglia che si è vista privare all’improvviso di un proprio caro mentre era in piazza per vedere riconosciuto un suo diritto”, continuano i rappresentanti degli Lsu.

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