Rubavano merce nelle Marche e la smerciavano in Puglia: 8 arresti

di Redazione

I carabinieri di Osimo hanno arrestato 8 persone dopo il furto di un carico di gomme di ingente valore, consumato nel comune di Jesi. Un fuggitivo già individuato ha le ore contate. Sono tutti pugliesi e pluripregiudicati dimoranti nei comuni di Foggia e quelli di San Severo e Lucera, con il basista di origine pugliese ma residente in Loreto, costituenti una agguerrita banda, ben organizzata che sin dallo scorso mese di novembre aveva consumato ingenti furti nell’area industriale della Val Musone – Osimo Stazione – nel maceratese e da ultimo a Jesi, smerciando la merce rubata nell’area del Gargano.

Sono definiti i “pendolari del furto”. Dalla città di Foggia e dalla provincia foggiana si spostano nel centro-nord Italia per rubare nelle aziende di stoccaggio di merce. Avevano scelto la regione Marche ed in particolare le province di Ancona e Macerata, considerati territori fertili da depredare, senza tener conto dei carabinieri della Compagnia di Osimo che nel frattempo li avevano individuati e li attendevano per arrestarli.

Difatti, i carabinieri della compagnia di Osimo al comando del capitano Raffaele Conforti ed il Nucleo Operativo Radiomobile diretto dal Luogotenente Luciano Almiento, dopo articolate indagini, da cui scaturiva attività tecnica di intercettazioni telefoniche e ambientali con molteplici servizi di monitoraggio della banda attraverso osservazioni, controlli e pedinamenti, riuscivano ad incastrare e arrestare le otto persone dopo il furto di circa 500 pneumatici tutti nuovi per un volare quantificato oltre i 250mila euro, tutti caricati su un semirimorchio di circa 13 metri stracolmo, trainato da una motrice, entrambi i veicoli risultati rubati in Foggia, in località San Severo.

Le indagini sono iniziate nel mese di novembre 2016 dopo alcuni furti di rame avvenuti in località San Biagio di Osimo e Osimo Stazione. Le speciali modalità operative con cui erano stati eseguiti e la cadenza settimanale avevano permesso agli investigatori osimani di addivenire alla conclusione che si trattava di una banda ben specializzata composta da numerose persone che agivano con volto parzialmente travisato agli ordini di un “capo” che coordinava tutto il sodalizio, ovvero il basista di Loreto.

Il tutto però eseguito sempre e sicuramente con la presenza di un complice che conosceva bene l’ambiente in cui operavano, conosceva le aziende da depredare e sicuro che una volta all’interno vi era la presenza della merce da asportare. La rosa investigativa era supportata poi anche dal fatto che i luoghi in cui colpivano si trovavano quasi sempre a pochi passi dai caselli autostradali. L’attività d’ indagine veniva estesa in tutta la provincia di Ancona e non solo, prendendo in considerazione le zone industriali ubicate presso i caselli A/14 della riviera marchigiana.

Lo studio investigativo e la minuziosa indagine che aveva inizio con la visone delle telecamere ove presenti e l’analisi di centinaia e centinaia di veicoli che transitavano in entrata ed in uscita dai caselli autostradali, dava i primi risultati in quanto venivano individuati dei Tir e auto in uso a soggetti di origini foggiane, alcuni dei quali dediti ai furti in capannoni industriali. Tale attività veniva poi supportata ovviamente dai controlli capillari sul territorio delle pattuglie in circuito della Compagnia di Osimo effettuati con specifiche direttive.

Proprio l’attività di controllo esperita anche e soprattutto presso i caselli autostradali e zone industriali permetteva di dare subito il risvolto alle indagini in quanto si individuavano più soggetti sempre origini foggiane che erano collegati con un loro “paesano” residente in Val Musone. Intensificati i servizi ed individuate le probabili date in cui potevano colpire, la sera dell’11 gennaio scorso veniva predisposto un mirato servizio capillare presso i caselli autostradali e zone industriali con la partecipazione di due autoradio del locale Norm, cinque pattuglie delle Stazioni della Compagnia di Osimo e tre pattuglie in borghese dell’Aliquota Operativa.

Alle ore 22.30, individuato ed accertato la presenza presso il casello A/14 Ancona Nord del basista, il servizio entrava in piena fase esecutiva. Infatti si individuava anche la presenza di due autovetture di soggetti di origini foggiane pluripregiudicati per furti specifici. Intuito che si trattava di più vetture e quindi di più persone, si era ormai compreso che stavano perpetrando un furto nei pressi ma bisognava capire dove.

La risposta giungeva poi verso le ore 01.00 circa quando si intercettava all’uscita autostradale di Osimo una motrice marca Scania di colore rosso oggetto di furto in Foggia. Pedinata a distanza, questa giungeva nella zona industriale di Jesi presso un deposito di gomme. Venivano pertanto sorvegliati tutti i caselli autostradali e tutta la SS 16 con il coinvolgimento di pattuglie dei Nuclei Radiomobili della Compagnia di Jesi ed Ancona.

Verso le ore 02.00 la motrice usciva proprio dal deposito di gomme trainante un grosso rimorchio di circa 13,60 metri, seguita da un autovettura di grossa cilindrata sempre in uso a pregiudicati foggiani. Dal deposito usciva poi un autovettura SW con a bordo 6 persone. L’autoarticolato e la vettura da “staffetta” entrava subito in autostrada con direzione sud mentre i sei soggetti si dirigevano nel parcheggio sito nei pressi dove erano in sosto le loro auto, già in precedenza individuate e tenute sotto controllo.

All’altezza del casello A/14 di Osimo, dopo una repentina e breve fuga con inseguimento, quattro pattuglie bloccavano il Tir rubato con l’auto staffetta accertando che il rimorchio era stracolmo di pneumatici di varie marche e misure, pertanto l’autista del tir e dell’auto venivano subito dichiarati in stato di arresto. Nel corso del controllo il passeggero del Tir riusciva a farla franca in quanto scendeva mentre il veicolo erano ancora in corsa, facendo perdere le tracce fra le campagne circostanti. Le imminenti ricerche davano esito negativo. In contemporanea altre pattuglie provvedevano subito al fermo ed all’arresto degli altri 6 soggetti.

Anche in questo caso uno di loro, dopo aver spintonato il Carabiniere si dileguava a piedi, ma subito inseguito veniva prontamente bloccato. Il fuggitivo dell’autostrada è stato già individuato e per lui le ore oramai sono contate. La banda è risultata essere ben organizzata, in quanto composta da soggetti con compiti ben precisi: “il basista” con il ruolo di individuare le ditte da depredare; “il capo” che aveva il compito riunire i partecipanti ed di organizzare la trasferta; la manovalanza che aveva il compito di caricare la merce sui bilici; il “palo” con funzione anche di “staffetta”.

Ora che tutti gli arrestati sono stati assicurati alla giustizia e rinchiusi nei carceri di Ancona e Pesaro, inizia per gli investigatori della Compagnia Carabinieri di Osimo il certosino lavoro di individuare i ricettatori e soprattutto addebitare al sodalizio la responsabilità dei grossi furti commessi in Provincia di Ancona e non solo anche perché nella disponibilità del “basista”, era stata rinvenuta un’agenda nella quale erano segnate le città locali con abbinata la tipologia di merce esistente nelle ditte e che veniva di sovente trattata; ad esempio: per Osimo il rame ed i pannelli fotovoltaici; per Filottrano e Civitanova era indicato l’abbigliamento, per Porto Sant’Elpidio ed agro Fermano le scarpe con tanto di marchio, per i comuni dell’ascolano il pesce e così via.

Per quanto riguarda invece la provincia di Macerata, il sodalizio è già stato attribuito il colpo commesso pochi giorni fa a Treia dove dalla ditta “Filottrani” erano state asportate circa 20 stufe a pellet per un ingente valore commerciale. Sicuramente sono gli stessi autori dei furti di stufe avvenuti in Sarnano, Castignano e Ripatransone.

Le indagini sono ancora in corso al fine di attribuire alla banda criminale la paternità di ulteriori furti commessi con lo stesso modus operandi sempre in danno di esercizi pubblici e tabaccherie, nonché identificare i ricettatori della refurtiva.

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