Aversa, suicidio ex dipendente GeoEco: i familiari valutano esposto in Procura

di Nicola Rosselli

Muore l’ex dipendente della GeoEco che si era impiccato tra Natale e Capodanno. Una notizia che ha sconvolto gli aversani proprio nella giornata in cui si sono tenuti i funerali dell’ex assessore Antimo Castaldo, morto per un improvviso malore mentre era alla guida della propria auto.

Michele Marino, questo il suo nome, 57 anni, ha lottato per nove giorni contro la morte. Da quel maledetto 27 dicembre scorso, l’uomo, che lascia la moglie Patrizia e tre figli, un ragazzo e due ragazze, oltre che due nipotini, era in coma, senza aver mai ripreso conoscenza.

Quel 27 dicembre scorso, infatti, stanco di una lotta che stava portando avanti da poco meno di dieci anni nei confronti dell’ex Consorzio GeoEco per avere il riconoscimento del proprio posto di lavoro, aveva cercato di suicidarsi impiccandosi, in mattinata, mentre era da solo all’interno della propria abitazione di via Caruso, alla periferia nord di Aversa.

A scoprire quanto era avvenuto gli stessi familiari dell’uomo che allertarono i primi soccorsi, in primo luogo gli addetti del servizio 118 che prestarono le prime cure con il successivo trasporto all’ospedale San Giuseppe Moscati di Aversa. Da qui, in considerazione delle gravissime condizioni in cui versava, era stato trasferito nel reparto di rianimazione del secondo policlinico di Napoli, senza che, però, nonostante le cure del caso, riuscisse a riprendere conoscenza.

Marino, 57 anni, era un ex dipendente della GeoEco molto noto soprattutto negli ambienti politici, essendosi rivolto più volte agli amministratori di turno dando vita anche ad azioni eclatanti per ottenere il riconoscimento del posto di lavoro presso l’ex Consorzio per lo smaltimento rifiuti e da qui, in logica successione, presso la società attuale che gestisce il servizio di igiene urbana nella città normanna.

Marino era stato promotore di due azioni legali, una civile e una penale nei confronti del GeoEco e da 10 anni era in attesa di essere riassunto nel Consorzio dove aveva svolto, da quanto appreso, dei turni stagionali che, a suo avviso, gli avevano fatto detenere il diritto di essere assunto a tempo determinato.

Per lui ottenere quel posto, soprattutto in un momento in cui non è certamente facile trovare un posto di lavoro, ancora di più quando hai cinquant’anni, era diventato prioritario, quasi un’ossessione. Una situazione che gli provocava degli alti e bassi a livello d’umore soprattutto in periodi particolari, come quello delle festività natalizie quando il suo malessere si acuiva sino a decidere di mettere in pratica l’insano gesto che gli è costato la vita.

I familiari potrebbero scegliere di continuare la lotta intrapresa da Michele Marino presentando alla Procura della Repubblica del tribunale di Napoli Nord in Aversa una denunzia contro ignoti per istigazione al suicidio.

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