Napoli, il Museo del Mare e dell’Emigrazione

di Redazione

L’istituzione a Napoli di un museo del mare e dell’emigrazione per riscoprire il rapporto identitario tra la città e il mare. Il progetto preliminare è stato presentato nel pomeriggio di ieri presso la rinnovata sede della Lega Navale, accolti dal Presidente Vaglieco, tra l’entusiasmo e la speranza disattesa di coloro che da anni, divenuti nel frattempo decenni, attendono la concretizzazione di uno spazio nella città in grado di restituire e valorizzare l’antico connubio che lega indissolubilmente Napoli al mare.

«Il mare è nel dna di Napoli e il museo del mare – ha spiegato il Comandante D’Amato, Presidente del Comitato promotore – rappresenta una realizzazione indispensabile per la città di Napoli viste le grandi radici marinare che collocano la città di Partenope e la sua provincia ai primi posti europei del settore. L’esperienza analoga, fatta anni fa a Genova, ha prodotto nel waterfront genovese il Galata Museo del Mare di rilevanza internazionale, nato anche questo da un comitato di promotori come sta avvenendo a Napoli».

Determinante l’impegno e lo spirito d’iniziativa positiva di Umberto Masucci, Presidente nazionale del Propeller club, nonché membro del Comitato promotore del museo del mare al quale aderiscono trentotto tra associazioni, enti pubblici e privati, armatori ed operatori portuali. «Si tratta di un progetto condiviso da più soggetti che ci hanno creduto e sul quale numerosi professionisti lavorano da anni» – ha dichiarato Masucci.

In Italia attualmente ci sono solo due musei dedicati al mare a Venezia e Genova. Napoli ha tanto da raccontare se si pensa ai ritrovamenti delle navi di epoca romana, emerse dai recenti scavi durante i lavori di realizzazione della nuova linea metropolitana delle stazioni di Piazza Municipio e Piazza Nicola Amore. Il patrimonio che Napoli ha raccolto sul mare è davvero unico. Gli ex magazzini generali sono ubicati in una posizione eccellente, prospiciente il mare all’interno del porto, al centro della città, ben servito dai mezzi pubblici e con la possibilità di intercettare anche i crocieristi che sono all’incirca due milioni l’anno.

L’arch. Matacena e l’Ing. Cavuoto, membri del team di progettazione e strutture tra i quali presente al convegno anche l’Arch. Piera Stangherlin, hanno illustrato nel merito il progetto prevedendo, oltre la superficie museale, un’area da destinare ad attività commerciali legate al mare e che possono costituire il supporto economico per la gestione del museo.

Numerose le istituzioni intervenute a sostegno dell’iniziativa: il Soprintendente Luciano Garella che ha lanciato l’idea di istituire nella Chiesa dell’Incoronata, proprietà del demanio, una piattaforma per lo studio della periodizzazione angioina; l’Assessore regionale alle Attività produttive Amedeo Lepore che ha parlato di zona economica speciale all’interno del porto includendo alcune aree più interne; l’Assessore comunale con delega al mare Daniela Villani che ha evidenziato l’importanza di mettere in rete le realtà museali ed parchi archeologici marini dislocati sul territorio.

A seguire il saluto dell’Ammiraglio Caruso, Comandante logistico della Marina Militare, omaggiato dal Propeller club con una bellissima foto storica dell’Amerigo Vespucci tratta dall’archivio fotografico Riccardo Carbone.

La chiusura dei lavori è stata affidata al neo Presidente dell’Autorità Portuale, Pietro Spirito che, con la sua risolutezza, lascia finalmente ben sperare: il progetto andrà avanti ma senza indugio e senza perdere tempo, l’unico indugio è sul termine “museo” che, probabilmente, sottrae l’iniziativa da una connotazione dinamica per un luogo che ambisce a diventare la congiunzione sapiente tra cultura artistica, imprenditoriale e scientifica sul tema comune del mare.

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