Terra dei Fuochi, il ministro Galletti risponde al senatore Romano: “Ecco cosa abbiamo fatto…”

di Redazione

«Una particolare attenzione la voglio riservare, dato che me l’avete chiesto in molti, all’emergenza ambientale della terra dei fuochi». Inizia con questa affermazione la parte relativa alla terra dei fuochi della risposta, in diretta televisiva, del ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti all’interrogazione del senatore aversano Lucio Romano di Democrazia Solidale su quanto fatto per la vasta zona in questione.

«Le problematiche ambientali connesse alla cosiddetta terra dei fuochi – continua l’esponente del governo Gentiloni – rappresentano una priorità per il mio Ministero. Le iniziative di contrasto e di prevenzione di un fenomeno così plurifattoriale richiedono un lavoro di raccordo complesso nel quadro delle attività promosse dal patto della terra dei fuochi e coordinate presso la cabina di regia interistituzionale con le prefetture, la Regione Campania e gli enti locali».

«Tra le numerose misure adottate – continua il ministro – si evidenzia, in particolare, il potenziamento dei controlli delle Forze dell’ordine. A questo proposito voglio dare alcuni dati: 138 fermi di persone sospette; sono stati censiti e segnalati 1.809 siti di abbandono di rifiuti; sono stati effettuati interventi su 356 luoghi di incendio in atto, 756 controlli sui rivenditori di pneumatici, 477 su opifici tessili, 459 in agricoltura e 1.660 cantieri edili. Le forze dell’ordine hanno inoltre elevato 4.020 contravvenzioni per violazioni amministrative e 1.329 denunce per violazioni ambientali; abbiamo eseguito 108 arresti di cui 75 per il reato di incendio di rifiuti, 564 sequestri di aree interessate da scarico abusivo e conversione di rifiuti e 340 sequestri di veicoli impiegati per il trasporto. Si sono infine comminate quasi 500.000 euro di sanzioni amministrative. Io penso che questo sia stato un lavoro intenso di sanzione».

«Sul versante roghi, – ha dichiarato ancora Galletti – l’anno 2016 ha confermato la tendenza in costante diminuzione degli incendi dolosi di rifiuti nelle aree della provincia di Napoli e Caserta. Con esclusivo riferimento ai comuni della cosiddetta terra dei fuochi, si registrano punte di oltre il 70 per cento in meno rispetto allo scorso anno. Io credo che questa attività di controllo abbia portato ad una riduzione di quegli episodi sul territorio che distruggono l’ambiente. Tale risultato, lo voglio dire, è stato possibile grazie al controllo ad ampio raggio da parte delle Forze dell’ordine, della polizia locale e degli ispettorati del lavoro dell’Inps e dell’Inail mirati sulle aziende che trattano le categorie merceologiche connesse agli abbandoni e ai roghi sulle aree nelle quali sono insediate. Si segnala, inoltre, un protocollo che abbiamo sottoscritto come Ministero dell’ambiente con il Pneus che ha consentito ai comuni aderenti di rimuovere gratuitamente oltre 16mila tonnellate di gomme abbandonate su strade e aree pubbliche».

«Oltre a tutto questo, – è ancora Galletti a parlare – è proseguita l’attività istituzionale sulla terra dei fuochi. Il comitato interministeriale ha continuato a lavorare. Nell’ambito del citato comitato è stata istituita un’apposita commissione quale organo tecnico-operativo la quale ha avviato un approfondito esame delle diverse e complesse questioni che sono state poste all’attenzione e sono state fatte linee di indirizzo grazie alle quali si è giunti, a maggio dell’anno scorso, all’adozione di un programma di interventi finalizzati alla tutela della salute, alla sicurezza e alla bonifica dei siti nonché alla rivitalizzazione economica dei territori della cosiddetta terra dei fuochi. Il documento è poi stato oggetto di esame ed approvato dal comitato interministeriale. Si segnala, inoltre, che in attuazione delle disposizioni urgenti previste dal decreto-legge numero 136 del 2013, il Ministero dell’ambiente ha già predisposto lo schema di regolamento concernente i parametri fondamentali di qualità delle acque destinate ad uso irriguo su colture alimentari e le relative modalità di verifica».

Un discorso a parte per i siti di interesse nazionale: «Per quanto riguarda i siti di interesse nazionale, il Ministero dell’ambiente e l’amministrazione competente per la predisposizione degli interventi di messa in sicurezza delle aree comprese nel perimetro dei 40 siti di interesse nazionale, ha stanziato risorse complessive a favore delle Regioni per interventi di bonifica di competenza che oggi ammontano a circa 2 miliardi di euro. Ricordo che il Ministero dell’ambiente ha inoltre assegnato per gli ex SIN oltre 152 milioni di euro, già nella disponibilità dei soggetti beneficiari. In generale, le risorse sopra richiamate sono state disciplinate attraverso il ricorso a strumenti di programmazione negoziata, sottoscritti dal mio Ministero con le altre amministrazioni coinvolte, ovvero mediante atti di disciplina a livello regionale. Le Regioni provvedono attualmente a trasmettere al Ministero una relazione sullo stato di avanzamento degli interventi finanziati e sulle somme effettivamente utilizzate. Recentemente, il mio Ministero ha predisposto il piano di interventi per la tutela del territorio e delle acque, nell’ambito del quale sono stati individuati anche interventi strategici e prioritari di bonifica dei Sin per un importo complessivo di circa 750 milioni di euro, già approvato dalla cabina di regia istituita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 25 febbraio 2016 e dal Cipe, nelle rispettive sedute del primo dicembre 2016. Sui siti di interesse nazionale mi piace ricordare i numeri, perché forse sono più indicativi di tante altre cose rispetto al frutto di questo lavoro intenso che abbiamo svolto in questi anni, dando veramente una priorità ai siti di interesse nazionale, perché essi sono grande strumento di recupero delle aree urbane. Non è solo una questione ambientale, ma anche economica. Nei centri delle città voi vedete aree completamente abbandonate. E questo fatto interagisce con l’accordo di Parigi, perché è un interesse rivolto all’utilizzo e alla costruzione di aree nuove. Quindi, se noi vogliamo inibire un ulteriore uso di territorio, dobbiamo rendere disponibile quello che abbiamo già impermeabilizzato. Quelle sono aree che, da un punto di visto economico, possono essere importantissime per lo sviluppo della città. Sono aree dove ci sono pericoli ambientali rilevanti. Mi rendo conto che due miliardi siano difficile da reperire, ma quella parte l’abbiamo fatta. È difficile anche potere intervenire. Il frutto di questo lavoro è un dato che ci dice molto. Ad oggi, le aree liberate e restituite agli usi legittimi sono passate da 1482 ettari nel 2013 a 5755 ettari, pari a oltre 500 campi da calcio, ovvero alla superficie totale del comune di Udine».

La replica del senatore Lucio Romano: «Signor Ministro, la ringrazio per la puntuale risposta che lei mi ha dato, la quale sta a dimostrare un’attenzione e una sensibilità già riconosciute da diversi anni di fronte a una nefanda storia passata. L’impegno che lei profonde anche con i suoi uffici sta a dimostrare l’impegno per evitare che, attraverso un’azione preventiva e repressiva, questo recente passato si trasformi in storia contemporanea. Ciò nonostante, le chiedo, signor Ministro, di implementare ulteriormente la sua attenzione, attraverso i suoi uffici e responsabili, in modo che si possa dare una risposta ancora più compiuta in ordine alla caratterizzazione di alcuni territori. Occorre, infatti, dare risposta con chiarezza definitiva alla domanda, vissuta con angoscia da determinati territori, sul nesso di causalità tra inquinamento ambientale e condizioni di salute. Mi riferisco essenzialmente all’incidenza dei tumori, alle malformazioni fetali e alla temibile epigenetica. Per questo motivo, le chiedo di insistere ancora di più, in un rapporto di connessione non solo con la Regione Campania, ma anche con il Ministero della salute in modo tale che – insieme – si possa fare un percorso e dare una risposta ancora più compiuta ai cittadini della Campania e della zona della terra dei fuochi».

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