Aversa, il caso “Bobò” divide la maggioranza

di Antonio Arduino

Aversa – L’amministrazione De Cristofaro rischia di scivolare sulla classica buccia di banana rappresentata dalla proposta di concessione della cittadinanza onoraria a Vincenzo Cannavacciuolo, nato a Villa di Briano nel 1936, conosciuto col nome di ‘Bobò’, un ex ricoverato nell’ospedale psichiatrico ‘Santa Maria Maddalena’ dove l’uomo, sordomuto, analfabeta ed affetto da problemi psichiatrici, ha vissuto 30 anni. Dopo un incontro con il regista Pippo Delbono, avvenuto intorno al 1996, Cannavacciuolo è diventato attore.

Il regista ha utilizzato Bobò per sei delle sue opere, portandolo e al di fuori di quella struttura, dimostrando così come sia possibile recuperare alla vita normale anche un ammalati curati nei cosiddetti manicomi come era definita la Maddalena.

Una scelta ispirata a solidarietà e voglia di dimostrare l’attenzione che bisogna e bisognava avere per persone che avendo avuto il destino segnato dalla malattia erano e sono spesso ammessi ai margini della cosiddetta società civile.

All’epoca dei manicomi persone come Bobò venivano ricoverati in strutture che li tenevano lontani dalla società perché il più delle volte per i familiari quegli ammalati rappresentavano un peso. Senza voler entrare nelle realtà manicomiali in quelle strutture, bene o male, gli ammalati sono stati curati e seguiti e come accaduto per Cannavacciuolo c’è stata anche la possibilità, per alcuni, di essere recuperati ad una vita normale.

Questa osservazione, probabilmente, ha fatto sì che sette cittadini abbiamo chiesto per Cannavacciuolo, diventato attore, ed il regista la concessione della cittadinanza onoraria. Una richiesta fatta forse come una forma di riconoscimento risarcitorio che Aversa intenderebbe offrire a tutti coloro che sono stati ospiti dei manicomi italiani consegnando a Bobò, diventato simbolo della possibilità di recupero, la cittadinanza onoraria del luogo in cui ha vissuto trenta anni della sua vita.

Una richiesta che, però, non sarebbe stata gradita ad una parte dei componenti il Consiglio comunale che avrebbe manifestato sia con elementi della maggioranza che della minoranza la volontà di votare contro tale richiesta. In particolare, il ‘no’ è stato preannunciato Michele Galluccio di Forza Aversa, presidente della Commissione Ambiente, al quale ha fatto eco l’affermazione incredibile, se vera, di un collega che avrebbe addirittura dichiarato che coloro che avrebbero votato sarebbero stati ‘isolati’ dalla maggioranza stessa.

Con queste premesse appare evidente l’esistenza di una rottura in seno alla maggioranza, una rottura che potrebbe portare ad una crisi dell’amministrazione che dopo circa sei mesi di attività, secondo i cittadini, non avrebbe prodotto praticamente nulla dal momento che le attività sviluppate fino ad oggi sono conseguenza diretta delle opere messe in cantiere dal sindaco Sagliocco.

Di autonomo l’unica realizzazione sarebbe quella delle luminarie che in realtà non soddisfano la cittadinanza, essendo concentrate fondamentalmente all’interno del Parco Pozzi, lasciando quasi al buio molte strade cittadine dove le luminarie sono state rese possibili dai singoli commercianti che hanno pensato ad adornare i propri negozi con luci multicolore.

A questo punto, per salvare capra e cavoli l’amministrazione ha come possibilità quella di non discutere il dodicesimo ed ultimo punto all’ordine del giorno, ovvero la concessione della cittadinanza onoraria, facendo venir meno il numero legale così da chiudere il consiglio.

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