Prete fa sesso con parrocchiane e le vende sul web: accusato di prostituzione

di Stefania Arpaia

E’ di violenza privata, favoreggiamento della prostituzione e reclutamento su siti a luci rosse l’accusa per Don Andrea Contin della parrocchia di San Lazzaro a Padova.

Contin, 48 anni, autosospeso dall’incarico, sarebbe responsabile di aver creato un giro di prostituzione sul web. Don Andrea utilizzava annunci sexy per offrire le donne della parrocchia che era riuscito a “conquistare” ad altri uomini in cambio di denaro. O erano le donne a pubblicare foto di nudo e proposte sessuali con accanto i loro numeri di telefono, o era lo stesso uomo ad occuparsi degli annunci. 

Gli investigatori hanno informato di aver trovato numerose tracce lasciate nella rete dal 48enne e di aver rinvenuto materiale sia sul computer che sull’I-Pad. Sotto sequestro anche altri oggetti rinvenuti nella stanza del prete tra cui vibratore, falli di plastica, collare e manette.

L’allarme è stato lanciato da una parrocchiana che si era rivolta alle forze dell’ordine per denunciare le minacce dell’uomo. Poi anche la seconda accusa di un’altra fedele.  “Anch’io ho fatto sesso con don Andrea. Un sesso sempre più estremo e violento fatto di botte, schiaffi, sputi e giochi erotici. Un sesso finito quando lui, volendo sempre di più, pretendeva che lo facessi con altri uomini… Mi sono rifiutata”, ha riferito la donna.

Sarebbe stata proprio lei, una padovana di 51 anni, ad aver confermato il racconto della 48enne padovana firmataria della querela contro il sacerdote.

Le indagini, ancora in corso, serviranno ad appurare l’esistenza di altre vittime e di individuare gli uomini che partecipavano agli appuntamenti organizzati dal parroco a base di incontri di sesso estremo e orge, spesso filmati.

Entrambe le donne hanno raccontato di essere costrette a fare del sesso estremo. “I rapporti avvenivano in canonica e in diverse case, a tutte le ore: di mattina, di pomeriggio, a notte fonda. Sempre. Erano rapporti violenti: ho presentato dei referti medici. Non so se lo hanno fatto altre”, ha dichiarato una delle vittime. 

 

 

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