Carlo di Borbone, alla scoperta dei tesori del re

di Redazione

Manoscritti e libri a stampa documentano l’arrivo del sovrano nella capitale, il 10 maggio 1734, le celebrazioni fatte in suo onore, il matrimonio con Maria Amalia di Sassonia avvenuto nel 1738 ed altri eventi storici di particolare interesse.

Alla Biblioteca nazionale di Napoli, sabato 5 novembre, si è conclusa una mostra che ha riscosso molto interesse che ha preso il via nel maggio scorso, in occasione delle celebrazioni che si stanno svolgendo tra Napoli e Caserta nei siti fatti progettare dal re di Napoli e della Sicilia visite guidate alla mostra.

In mostra opere di grande rilevanza, fra queste il Breviario di proprietà di Paolo III Farnese, che fanno parte alla collezione Farnese, che Carlo ereditò dalla madre Elisabetta. Si tratta di uno dei nuclei librari di maggior pregio sui quali si è andata costituendo, alla fine del XVIII secolo, la Reale Biblioteca di Napoli, ora Nazionale “Vittorio Emanuele III”.

La costruzione della Reggia di Caserta è documentata attraverso l’esposizione di alcuni autografi di Vanvitelli e del volume curato nel 1756, dallo stesso Vanvitelli, che racchiude i progetti dell’edificio e del parco. Un settore della mostra è dedicato alle scoperte archeologiche volute dal sovrano e che resero il Regno di Napoli meta privilegiata del Grand Tour: sono esposte le Antichità di Ercolano che nel 1757 diffusero in tutta Europa l’amore per l’antichità classica.

La scoperta dei papiri ercolanesi avvenuta nel 1752 è testimoniata attraverso l’esposizione di un autografo di Antonio Piaggio, ideatore della macchina per lo svolgimento dei rotoli carbonizzati. Nel settore dedicato al fervore culturale e di studi dell’epoca sono esposti gli autografi di Vico e di Genovesi e testi di Giannone, Broggia e Galiani.

La mostra si chiude con una sezione dedicata allo spettacolo, dove sono esposti alcuni testi teatrali del periodo ed un’immagine del Teatro di San Carlo, presente in un testo del 1749, dedicato ai festeggiamenti per la nascita dell’erede al trono Filippo, accompagnata da una lettera autografa di Pietro Metastasio a Ranieri Calzabigi, autore dell’opera in musica rappresentata per l’occasione.

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