Aversa, un drone per sorvegliare la città dall’alto: è davvero utile?

di Antonio Arduino

Aversa – Fa discutere la variazione al bilancio proposta dall’apposita commissione, presieduta da Renato Oliva, che ha destinato 6mila euro all’acquisto di un drone da assegnare alla polizia municipale al fine di controllare il traffico cittadino e garantire maggiore sicurezza.

Una finalità impossibile da realizzare, secondo esperti del settore, perché i droni, anche quelli più sofisticati in dotazione alle forze dell’ordine, hanno una autonomia di 20-30 minuti. Così pensare di farne volare uno sulla città per controllarla senza soluzione di continuità sarebbe impossibile. Un limite all’uso che però non sarebbe l’unico né il più significativo perché da gennaio 2014 l’uso dei droni è regolamentato in maniera precisa da norme dettate dall’Ente Nazionale dell’Aviazione Civile (Enac) essendo mezzi che volano e non giocattoli.

Tra le norme che regolano l’uso dei droni, differenti se la macchina pesa più o meno di 25 chilogrammi, verificabili sul sito dell’Enac, ce ne sono alcune che ne rendono di fatto impossibile le applicazioni ipotizzate dalla commissione bilancio. Innanzitutto c’è la limitazione del raggio di azione, legata alla necessità del controllo a distanza, che non potrebbe andare oltre i cinquecento metri e, considerando che volerebbe su zone affollate, come piazze e strade, la limitazione dell’altezza massima raggiungibile pari a 70-150 metri, oltre si entra nel regno degli aeroplani, che è tutt’altra cosa, senza contare che di sera è vietato farli volare.

Ci sono poi la necessità di stipulare un’assicurazione, di qualificare il pilota che dovrà essere addestrato alla guida dello specifico tipo di drone attraverso una scuola, di testare il drone, inoltre le riprese effettuate in luoghi privati come le abitazioni anche se, ad esempio, allo scopo di evidenziare eventuali abusi edilizi potrebbero aver una rilevanza penale in relazione al reato previsto dall’articolo 614 c.p., punito con la reclusione da sei mesi a tre anni, giacché l’inviolabilità del domicilio è stata sancita dalla Cassazione e dalla Corte Costituzionale (sent. rispettivamente n. 26795 del 2006 e n. 149 del 2008.) che hanno affermato che l’inviolabilità del domicilio può essere lesa anche attraverso l’uso di strumenti tecnici e quindi senza la necessità di una intrusione fisica.

Tutto questo rende inutilizzabile il drone eventualmente acquistato dall’Ente comunale, meglio sarebbe fornire la Polizia municipale di tablet collegati alla rete di videosorveglianza già presente ed attiva. Magari potenziandola con l’acquisto di altre telecamere, cosicché i vigili potrebbero intervenire direttamente, senza essere attivati dalla centrale, nei punti in cui ne fosse necessaria la presenza.

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