Napoli, le ceramiche dei giovani detenuti di Nisida in mostra alla Regione

di Redazione

Napoli – Il Consiglio regionale della Campania apre le porte alle ceramiche realizzate dai giovani detenuti del carcere minorile di Nisida. Dal 1 al 6 dicembre, nell’atrio del grattacielo del Consiglio regionale al Centro direzionale di Napoli, saranno esposte le opere realizzate dai ragazzi dell’Istituto minorile nell’ambito del progetto coordinato dalla cooperativa sociale “Nesis – Gli amici di Nisida”.

L’iniziativa è stata presentata nella sala Nassiriya del palazzo del Consiglio in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il presidente del Consiglio regionale della Campania, Rosa D’Amelio, il direttore del carcere di Nisida Gianluca Guida, il presidente della cooperativa Nesis Dino Gravina e i capigruppo del Partito democratico, Mario Casillo, e di Forza Italia, Armando Cesaro. Quest’ultimo in particolare è il fautore dell’iniziativa, la cui idea è nata proprio a seguito di una sua visita al carcere dove ha potuto ammirare le creazioni dei ragazzi nel laboratorio di ceramica.

Fonte primaria di ispirazione per le opere è la città di Napoli, con le sagome del Vesuvio e di San Gennaro dipinte su piatti e altri oggetti realizzati all’interno del carcere. Le ceramiche saranno esposte nell’atrio del Consiglio regionale e, promette D’Amelio, “inviteremo i consiglieri regionali a fare qualche dono di Natale acquistando le ceramiche dando così come istituzione il nostro contributo, per dimostrare come le istituzioni siano al servizio delle fasce più deboli della società”.

“Abbiamo risposto all’appello – aggiunge D’Amelio – aprendo le porte del Consiglio regionale, la sede più prestigiosa della nostra regione grande come il Belgio e la più giovane d’Italia. E’ un tipo di iniziativa che mi rende davvero felice perché credo che le istituzioni debbano farsi permeare dalle problematiche che riguardano la comunità”.

Con il laboratorio, ha spiegato Gravina, “abbiamo iniziato qualcosa che può essere un trampolino per i ragazzi, che hanno la necessità di affermare se stessi e capire che il lavoro può essere il pungolo per uscire dalla malavita”.

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