In manette Antonio Pelle, superlatitante cosca San Luca

di Stefania Arpaia

Reggio Calabria – Era nascosto nel bunker nella propria abitazione il superlatitante Antonio Pelle, arrestato durante un blitz della squadra mobile di Reggio Calabria. 

Il 54enne, soprannominato “la mamma”, apparteneva alla cosca di San Luca, ed era da tempo inserito nell’elenco dei cento ricercati più pericolosi d’Italia. E’ stato trovato accovacciato su una brandina in un rifugio nascosto tra il bagno e la stanza da letto. 

L’uomo era stato fermato per la prima volta nel 2008. Da dietro le sbarre il boss ha visto accumularsi processi e condanne, arrivate a quota 20 anni e un mese di reclusione. Una pena che “la mamma” non ha mai avuto intenzione di espiare.

Tra il 2010 e il 2011, grazie a massicce dosi di farmaci dimagranti che una mano ancora anonima è riuscita a contrabbandare dietro le sbarre, ha simulato un’anoressia nervosa, che ha convinto i magistrati a ricoverarlo in ospedale. Ma il suo era solo un trucco. E’ riuscito ad ottenere i domiciliari nel 2011. A settembre, dopo aver simulato un malore, è stato trasportato all’ospedale di Locri, dove è stato ricoverato per accertamenti. Ma i medici non hanno fatto in tempo a fare alcun esame. Nel giro di poco, Pelle è sparito dalla stanza in cui era ricoverato.

“Si tratta dell’ennesimo risultato importante che la squadra di Stato mette a segno a Reggio Calabria perché Pelle è tuttora il vertice operativo della cosca Pelle-Vottari di San Luca, storicamente contrapposta ai Nirta-Strangio”, ha commentato il procuratore capo della Dda, Federico Cafiero de Raho.

Oltre 50 gli agenti che hanno fatto irruzione nella villa a due piani del latitante. L’uomo era nascosto in una fessura che dall’esterno sembrava solo una piccola cassaforte domestica, posizionata nella parte più alta della parete e mimetizzata dalla carta da parati.

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