Ignazio Marino assolto, “il fatto non costituisce reato”

di Emma Zampella

E’ stato assolto da ogni accusa, Ignazio Marino, ex sindaco di Roma, indagato per peculato e falso in relazione all’utilizzo della carta di credito assegnatagli a suo tempo dall’amministrazione capitolina. A tali accuse si aggiunge anche l’ipotesi di reato di concorso in truffa per i compensi destinati a collaboratori fittizi quando il chirurgo dem era il rappresentante legale della ‘Imagine’, una Onlus fondata nel 2005 per portare aiuti sanitari in Honduras e in Congo.

“Sono felice, aspettavo questo esito perché sapevo di essere innocente” ha detto a caldo l’ex primo cittadino romano per cui la Procura di Roma aveva chiesto 3 anni di carcere. Secondo il gup Pierluigi Balestieri “il fatto non costituisce reato” in merito alla vicenda della Onlus Imagine, mentre “il fatto non sussiste” per quanto riguarda la contestazione di peculato. La sentenza è stata emessa dopo una camera di consiglio durata appena 15 minuti”.

 “Ringrazio la giustizia – ha dichiarato ancora Marino -, di fronte ad accuse infamanti e a comportamenti dei media e della politica molto pesanti, e’ stata finalmente ristabilita la verità. Desidero ringraziare innanzitutto i miei avvocati, che  si sono battuti con passione, dedizione e professionalità”. L’ex fascia tricolore ha poi aggiunto: “Quanto al mio futuro politico, che molti di voi mi chiedono, devo dire che non è questo il momento per prendere decisioni ma è invece un momento di riflessione su quello che è stato e su quello che verrà”.

Non sono mancate le reazioni dal mondo della politica.  “Quando avevamo condannato l’episodio degli scontrini speravo che Marino dimostrasse la sua innocenza. Sono contento che sia stato assolto. Noi non abbiamo mai chiesto le dimissioni di Marino per la vicenda degli scontrini, voglio ricordarlo, ma per la sua totale incapacità di gestire la città di Roma”, dichiara il commissario del Pd di Roma, Matteo Orfini.

Secondo Stefano Fassina invece “in tanti dovrebbero scusarsi con Alemanno e Marino, con quest’ultimo in particolare chi nel Pd pose fino al suo mandato con le firme dal notaio. Dovremmo aprire una riflessione sullo stravolgimento degli assetti politici e istituzionali, oltre che della vita delle persone, determinato dagli interessi politici ed economici che alimentano il circuito mediatico e giudiziario.

Lasciando il Palazzo di Giustizia, Marino ha voluto “innanzitutto ringraziare” i suoi “avvocati Enzo Musco, Franco Moretti e Alessandra Martuscelli i quali con passione e vera dedizione e con alta professionalità si sono battuti perché la verità venisse affermata”. ”E’ chiaro – ha detto – che questa decisione sarà oggetto di valutazione in sede politica e che sarà criticata o lodata espressamente a seconda dei punti di vista da cui ci si mette. Per me questa decisione ha soltanto il valore di ripristino della verità e della conseguente mia interiore tranquillità”.

 

 

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