Aversa, Referendum: Sì o No? Edicolè informa i cittadini

di Antonio Arduino

Aversa – Il quattro dicembre sarà il giorno del referendum indetto dal governo Renzi per cambiare alcuni articoli della Costituzione. Malgrado sia stata definita la più bella del mondo Renzi e compagni la vogliono cambiare… in meglio dicono, e ne sono così convinti da proporre ai cittadini elettori tre quesiti scritti, e non lo dico io ma tanti più intelligenti di me, in maniera da orientare il voto per il Sì.

Chi potrebbe infatti per ricordane uno, desiderare di non ridurre le spese dello Stato diminuendo il numero dei parlamentari? Certo diminuirà il numero dei senatori ma non saranno più eletti dai cittadini bensì da politici già in attività e dovendo occupare contemporaneamente due cariche, come ad esempio quella di sindaco o di consigliere regionale contemporaneamente a quella di senatore, che richiedono una presenza materiale nella capitale viene logico chiedere chi e come pagherà le spese che i futuri senatori dovranno sostenere?

Possibile che dovendo raggiungere la capitale, dovendovi sostare per uno o più giorni ogni volta, i senatori si paghino le spese di vitto, alloggio e trasporto di tasca? L’esempio di Renzi è significativo. Il segretario del Pd ricopre la carica di primo ministro ma non essendo stato eletto dal popolo né alla camera né al senato non ha uno stipendio da parlamentare ma “solo”, si fa per dire, l’indennità da ministro pari a 4900 euro netti mensili che dovrebbe usare per coprire le spese di vitto, alloggio, trasporto, abbigliamento e quanto altro serve alla vita quotidiana di ogni altro stipendiato e famiglia, invece, rappresentando una istituzione nazionale lo stipendio è un di più perché gli è tutto dovuto, persino l’aereo di Stato per volare oltre oceano per assistere ad una partita di tennis. E allora chi pagherà le spese che saranno sostenute dai nuovi senatori che possono contare solo, si fa sempre per dire, sullo stipendio collegato alla carica elettiva occupata?

Questo il quesito referendario non lo dice. Pero dice che votando “Si” saranno tagliate le spese del parlamento. Un inganno? Forse. Per capirlo bisogna leggere la norma che si andrà a votare, capirla pensando con la propria testa e poi decidere senza farsi imporre la scelta dal partito a cui, eventualmente, si fa riferimento per militanza o simpatia.

E’ quanto propone “Edicolé” con l’iniziativa messa in vetrina che chiederà ai cittadini anche un voto per realizzare un sondaggio aversano.

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