Aversa, Parco Pozzi: 3 milioni di euro buttati al vento?

di Nicola Rosselli

Aversa – Tre milioni di euro buttati al vento? Tre milioni di euro che potevano essere utilizzati in una maniera migliore? Non siamo esperti di lavori pubblici ma, guardando l’attuale stato del “Parco Pozzi”, ci viene da pensare che, forse, qualcosa di meglio poteva essere fatto.

Una considerazione ancora più fondata se si tiene conto dell’attuale stato, delle condizioni in cui versa l’unico polmone verde cittadino dopo appena due mesi dalla riapertura seguita a lavori di restyling durati quasi un anno e mezzo senza che si registrasse quel cambiamento che molti aversano auspicavano.

Colpa di un progetto deludente? Colpa di chi ha effettuato i lavori? Non siamo in grado di dirlo. Ad oggi c’è addirittura chi afferma che quello che fu il campo profughi sia, formalmente, ancora un cantiere e che la ditta che ha eseguito i lavori, non ne abbia ancora comunicato la chiusura ufficiale.

Dal Comune apprendiamo, però, che la dichiarazione di conclusione dei lavori sarebbe avvenuta per motivi di pubblica utilità: fare in modo che il parco fosse aperto al più presto per renderlo fruibile alla collettività.

Fatto sta che l’intera struttura non brilla per efficienza. L’erba alta la fa da padrone nonostante l’impegno dell’amministrazione (come dimostra la foto dell’aiuola che ospita i giochi per i più piccini).

Diversi giovani che utilizzano gli attrezzi per il fitness, inoltre, ci segnalano che questi sarebbero non di qualità eccelsa ma che, addirittura, non sarebbero stati installati come si deve, mettendo, ad esempio, idonei tappetini per evitare il formarsi di fossi che si trasformano in pericolose trappole quando piove. La fontana non funziona. Alle spalle dell’infermeria (vedi sempre foto) c’è una sorta di discarica a cielo aperto che non si capisce chi e quando dovrà pulire. L’abbandono la fa da padrone.

Circostanze che fanno sorgere spontanea una domanda: se e chi ha eseguito il collaudo dopo la dichiarazione di fine lavori (se c’è mai stata)?

La sensazione di degrado è latente e non fa, certamente, pensare che si tratta di un’opera terminata due mesi fa. Le panchine sono assolutamente insufficienti. Il caos regna sovrano con l’assenza totale di un minimo di guardiania. Tutto è affidato a fantomatici volontari che non si è capito da chi siano coordinati. Si dice, addirittura (voce che riportiamo per dovere di cronaca) che questi abbiano in animo di dare vita ad una cooperativa per partecipare alla gestione del chiosco e della guardiania.

A questo proposito, sono trascorsi oramai oltre tre mesi dalle elezioni e l’amministrazione De Cristofaro non ha ancora emanato il bando relativo, lasciando, in concreto, la struttura in balìa di se stessa.

Per ultimo, ma non ultimo, il problema della gestione del parcheggio. Questo settore, quello di via Gaetano Andreozzi, per capirci, è completamente in mano a parcheggiatori abusivi provenienti dai paesi dell’Est che taglieggiano i malcapitati autisti e spesso danneggiano le vetture di chi si rifiuta di pagarli.

Insomma, quello che doveva essere un fiore all’occhiello, ad oggi, dopo aver speso tre milioni di euro, senza voler dare la colpa ad alcuno, si è trasformato in una piccola vergogna.

Sotto una galleria di immagini (attendere caricamento…)

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