Assisi, il Papa: “Chi scappa dalla violenza incontra indifferenza”

di Emma Zampella

Ha parlato delle vittime della guerra cui è preclusa ogni possibilità di sopravvivenza Papa Bergoglio in visita ad Assisi. Il Pontefice ha poi lanciato l’allarme: “Chi scappa dalla violenza incontra troppe volte il silenzio assordante dell’indifferenza, la freddezza di chi spegne quel grido con la facilità con cui cambia canale in tv”.

In occasione della cerimonia di chiusura dell’evento interreligioso “Sete di Pace”organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, Papa Francesco si mette in ginocchio con i leader delle altre religioni nella città del Poverello “per pregare il Dio della pace”, insieme, oltre le divisioni delle religioni, fino a sentire la vergogna della guerra e senza chiudere l’orecchio al grido di dolore di chi soffre.

“Non esiste un Dio di guerra – ha detto il Pontefice prima di partire dal Vaticano – Oggi uomini e donne di tutte le religioni saremo ad Assisi non per uno spettacolo, ma semplicemente a pregare per la pace” ha continuato il Papa nella messa mattutina in Santa Marta.

Bergoglio ha poi sottolineato più volte che il mondo, sconvolto da una guerra che sta piegando l’umanità, è vittima dell’ipocrisia dei paesi ricchi che parlano di pace ma producono armi e bombe con le quali si provocano distruzione e morte. Ma “chi chiude l’orecchio al grido del povero, invocherà a sua volta e non otterrò risposta”, ha detto il Papa citando le parole della Bibbia.

“Se noi oggi chiudiamo l’orecchio al grido di questa gente che soffre sotto le bombe, che soffre lo sfruttamento dei trafficanti di armi, può darsi che quando toccherà a noi non otterremo risposte. Non possiamo chiudere l’orecchio al grido di dolore di questi fratelli e sorelle nostri che soffrono per la guerra”. È anche per ricordare a tutti che le vittime della guerra sono innocenti troppo spesso dimenticati che oggi, ad Assisi, Francesco ha pranzato con una ventina di migranti. Il suo pensiero è sempre rivolto a loro, vittime delle violenze dei più forti. Vittime anche di chi usa il nome di Dio per perpetrare morte e distruzione. “Di fronte a questo – ha scandito Francesco – non possono esserci divisioni di fede. Non basta ringraziare Dio perché magari la guerra non ci tocca. Si’, ringraziamo per questo ma pensiamo anche agli altri. Noi la guerra non la vediamo. E ci spaventiamo per qualche atto di terrorismo ma questo non ha niente a che fare con quello che succede in quei Paesi, in quelle terre dove giorno e notte le bombe cadono e cadono e uccidono bambini, anziani, uomini, donne. Pensiamo oggi non solo alle bombe, ai morti, ai feriti ma anche alla gente alla quale non può arrivare l’aiuto umanitario per mangiare. Non possono arrivare le medicine. Sono affamati, ammalati! Perché le bombe impediscono questo. E, mentre noi oggi preghiamo, sarebbe bello che ognuno di noi senta vergogna. Vergogna di questo: che gli umani, i nostri fratelli, siano capaci di fare questo. Oggi giornata di preghiera, di penitenza, di pianto per la pace; giornata per sentire il grido del povero. Questo grido – ha concluso Papa – che ci apre il cuore alla misericordia, all’amore e ci salva dall’egoismo”.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico