Aversa, debiti fuori bilancio. Dello Vicario: “Ignobili accuse ad avvocati”

di Redazione

Dopo le dichiarazioni da parte di stimati colleghi Consiglieri, nel ricordare che le sede deputata a rispondere all’opposizione è il Consiglio Comunale vorrei fare chiarezza sulla questione dei debiti fuori bilancio.

Per tutelare il Comune di Aversa, per dimostrare che il riequilibrio di bilancio non è stato un atto viziato e per evitare ulteriori danni (spese ed interessi) di debiti tenuti sospesi per anni i consiglieri di minoranza hanno ritenuto opportuno chiedere la convocazione del Consiglio Comunale per il riconoscimento, ai sensi dell’art. 194 del D.lgs 267/2000, della legittimità di tutti i 2,6 milioni debiti fuori bilancio, per essere liquidati a tutti gli aventi diritto. Dico tutti!

Ricordo che a partire dal 2013 circa, non sono state adottate deliberazioni di riconoscimento debiti fuori bilancio, nonostante era ben nota all’Ente la sussistenza ed entità della ingente massa debitoria da riconoscere.

L’opposizione in questi giorni ha posto in risalto anche che è stata adottata una procedura anomala per l’approvazione del riequilibrio di Bilancio. Infatti non sono stati riconosciuti preventivamente debiti noti all’Ente.

In Consiglio il sindaco ha ritenuto opportuno non spiegare alla città chi aveva fatto disastri per 15/20 anni cercando di riparare allo scivolone contro la sua stessa maggioranza. Ma non ha rinunciato all’invettiva verso la categoria degli avvocati.

Delle circa 200 sentenze esecutive solo 30 sono state portate in consiglio per la liquidazione. Secondo la maggioranza il criterio è stato quello della più facile istruzione, per cui aventi diritto del 2016 (solo alcuni) sono stati preferiti a quelli del 2012 e del 2013 ecc (il criterio della liquidazione a simpatia sarebbe stato più divertente).

Il mio voto contrario è stato ampiamente motivato in quanto non sono stati portati tutti i debiti derivanti da sentenze e soprattutto senza alcun criterio neppure quello cronologico.

Mi preme sottolineare che se il suddetto criterio dovesse diventare una prassi alcuni potrebbero essere costretti a chiedere la ”cortesia” per aver più facilmente istruita la pratica.

Servono criteri obiettivi e precisi, analizzando per evitarli gli errori/disastri del passato (in attesa che il sindaco ci dica quali). Come può giustificarsi tale leggerezza nell’individuazione di un criterio?  E poi come si può tollerare un attacco così becero alla categoria?

Con tutte le domande rimaste senza risposta non resta che attivarci per segnalare 1) agli organi preposti eventuali danni, e 2) in assenza di scuse ufficiali demandare al consiglio dell’ordine degli avvocati per le ignobili accuse mosse alla categoria. 

Il consigliere di opposizione Gianpaolo Dello Vicario

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