Fertility Day, il web si indiga e accusa il ministro Lorenzin

di Emma Zampella

È tutto pronto per il Fertility Day, in programma per il prossimo 22 settembre, fortemente voluto dal ministro della Saluta, Beatrice Lorenzin, preoccupata per il calo demografico in Italia. A Roma, Padova, Bologna e Catania il 22 settembre ci saranno anche una serie di tavole rotonde sull’argomento.

Un evento il cui scopo, quindi, sarebbe quello di fare formazione e informazione sulla fertilità, un atto dovuto vista l’intenzione del del Ministero di adoperarsi affinché si riscopra la bellezza di procreare in età fertile (tra i 20 e i 30 anni).

Ma forse, la campagna pubblicitaria utilizzata non è delle migliori e in rete parte l’ironia nei confronti della manifestazione, quanto dell’ideatrice della stessa.

Sul sito http://www.fertilityday2016.it/  – da diverse ore è andato in crash probabilmente per l’elevano numero di visite – sono presenti post come ad esempio: “La fertilità della donna risulta massima a un età tra i 20 e i 30 anni poi decresce in modo repentino dopo i 35 anni, fino ad essere prossima allo zero già diversi anni prima della menopausa. Progressivamente gli ovociti non solo diminuiscono di numero, ma presentano una qualità peggiore con una percentuale sempre maggiore di alterazioni cromosomiche”. È possibile, inoltre, trovare il programma degli eventi, un guida su “I giorni fertili, quando farlo?” e anche un gioco anzi il “Fertility Game” in cui si può scegliere se essere un “ovulo rosa” o un simpatico “spermatozoo azzurro” e provare a conquistare il punteggio massimo evitando i principali fattori di rischio come vita sedentaria, alcol, fumo, droghe, ecc. I social però si sono scatenati bocciando senza appello la campagna.

Da “La bellezza non ha età, la fertilità sì” a “Datti una mossa! Non aspettare la cicogna”, passando per “Genitori giovani. Il modo migliore per essere creativi” e “La fertilità è un bene comune”: questi gli slogan che si sono rivelati un boomerang.

Secondo quanto scritto sul sito del ministero guidato da Beatrice Lorenzin, la giornata della fertilità è stata istituita “per richiamare l’attenzione di tutta l’opinione pubblica sul tema della fertilità e della sua protezione. La sua Istituzione è prevista dal Piano Nazionale della Fertilità per mettere a fuoco con grande enfasi: il pericolo della denatalità nel nostro Paese, la bellezza della maternità e paternità, il rischio delle malattie che impediscono di diventare genitori, l’aiuto della medicina per le donne e per gli uomini che non riescono ad avere bambini”.

Sia gli utenti di Facebook sia quelli Twitter hanno bocciato senza mezzi termini il tono con il quale il ministero comunica il progetto. Su Twitter l’hashtag #fertilityday è diventato subito trend topic. E si passa da chi cinguetta “Ora che la Lorenzin ci ha suggerito di fare figli, il ministro delle finanze ci dirà come mantenerli?”, a chi polemicamente scrive “Non ho bisogno di un #fertilityday, datemi una pari retribuzione e una legge che vieti di chiedere le mie intenzioni in sede di assunzione”. E c’è chi attacca direttamente la ministra: “La frizzante #Lorenzin promuove il #fertilityday per ricordare a noi donne che siamo il nostro utero e che il medioevo non era poi così male”.

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