Napoli, “gustose evasioni” nel carcere di Poggioreale

di Redazione

Napoli – Una gara di cucina al carcere di Poggioreale. E’ l’evento “Gustose Evasioni” che si è svolto in questi giorni che, ha visto sfidarsi tra fornelli e pietanze i detenuti del padiglione Firenze. Sono state formate delle semisezioni composte da 6 sfidanti: 3 cuochi e 3 aiuto cuochi. I detenuti hanno elaborato da soli il menù, comprando i generi alimentari all’interno del penitenziario, cucinando nelle loro celle, con le difficoltà del caso, alle prese con un solo fornello, ma creatività e fantasia non sono comunque mancate.

I loro piatti sono stati giudicati da una giuria composta dal Direttore del carcere Antonio Fullone, dal comandante della polizia penitenziaria Gaetano Giglio, dal presidente dell’associazione “La Mansarda” Samuele Ciambriello, dalla Garante dei detenuti Adriana Tocco, e da Oscar Leonessa, titolare del pastificio “Leonessa”.

 La commissione ha dato voti ai primi, ai secondi e ai dessert valutando la “creatività e originalità della ricetta”, la “presentazione del piatto” e l’“appetibilità”. La brigata gialla con gli chef Vincenzo Conforti, Francesco De Matteo e Vincenzo Fabbricini, ha avuto la meglio vincendo con il menù: scialatielli al pesto, vongole e patate, roast beef e cannoli siciliani. Alla squadra vincitrice è stata concessa la possibilità di un colloquio familiare nell’area verde di durata maggiore all’ordinario ed è stata data l’opportunità di pranzare insieme ai familiari.

Secondo posto per la brigata azzurra che si è aggiudicata una chiamata ad un familiare.  Un plauso per la promozione dell’iniziativa va alla Direttrice di reparto Gabriella Niccoli, e all’educatrice Federica Tondo. Assegnato anche un premio speciale della “critica” ad una brigata che si è distinta per aver cucinato un menù caratteristico napoletano con pizze fritte, tortano e altre ricette tradizionali.

A ferragosto il direttore del carcere ha dato la possibilità di un pranzo collettivo nelle rispettive sezioni. “Sono queste iniziative che fanno andare oltre le mura dell’indifferenza. In fondo – come dice il presidente dell’associazione ‘La Mansarda’ Ciambriello – al detenuto va tolto il diritto alla libertà, ma non alla dignità, agli spazi, alla socialità e alle relazioni. Attraverso queste iniziative, come quella della lettura dei libri, della filmterapia, e del corso di pittura, fatto nello stesso padiglione, aiutiamo queste persone anche a ‘ritorvarsi’ e ‘ripartire’”.

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