Pakistan, strangolata dal fratello la modella Qandeel Baloch

di Emma Zampella

E’ stato già definito un delitto d’onore quello che ha portato alla morte della modella pakistana, Qandeel Baloch, strangolata dal fratello, ora latitante.

A dare la notizia sono stati i media ad Islamabad. Una notizia, quella della morte della 26enne che rimbalza in rete e nel mondo intero: la ragazza era molto nota nei social network per le sue prese di posizione provocatorie e di sfida alla rigida tradizione musulmana. Insomma, un simbolo delle opposizione alle posizione estreme della propria religione.

Sul corpo della donna non sono stati trovati altri segni e ferite se non quelle che hanno accreditato l’ipotesi di strangolamento. Da parte sua il commissario Azhar Akram ha sostenuto che “apparentemente il fratello della vittima, attivamente ricercato, ha trascorso la notte in casa con lei». Secondo i famigliari, ha aggiunto, si tratterebbe di “un delitto d’onore”. Nata nel 1990 la Baloch, che in realtà si chiamava Fauzia Azee, aveva scritto tre settimane fa al ministero dell’Interno sostenendo, anche in una conferenza stampa, di essere minacciata e chiedendo quindi protezione da parte della polizia.

Fra gli annunci che avevano recentemente fatto scalpore, quello di esibirsi in uno spogliarello, se il Pakistan si fosse aggiudicato i mondiali T20 di cricket svoltisi in India, dedicato al capitano della squadra, Shahid Khan Afrid.

“E’ troppo tardi per tornare indietro. Io sono fuori dal loro controllo”, aveva detto non molto tempo fa Quandeel Baloch, parlando della sua famiglia. Parole che oggi risuonano come una previsione, che purtroppo nessuno ha osato fermare. Waseem, il fratello di Quandeel, le aveva chiesto di smetterla di esporsi sui social media perché “disonorava la famiglia e la comunità”. Ma la ragazza non intendeva rinunciare alle sue scelte di vita. Quandeel era ritenuta una minaccia dalle fette più conservatrici di una società ancora fortemente patriarcale. Era una minaccia non solo perché “scandalizzava” ma anche perché faceva proseliti e… follower. “La gente impazzisce per me”, raccontava lei, “soprattutto le ragazze: mi dicono che le ispiro, che vorrebbero essere come me. Mi scrivono per dirmelo”. A migliaia si erano iscritti al suo canale social per guardare le foto e i video della “ragazza alla occidentale”.

La ragazza sapeva di correre un rischio. Non solo perché, assieme agli ammiratori, sui suoi profili social si affollavano anche i “troll” che la attaccavano e la riempivano di insulti, ma anche per le minacce che riceveva. Tre settimane fa, Fauzia Azee (il nome vero della social star) aveva scritto al governo chiedendo protezione. L’allarme era stato lanciato anche in conferenza stampa: “Mi minacciano. La polizia faccia qualcosa”, aveva detto lei. Poi aveva lasciato Karachi e si era rifugiata nel Punjab. Ma i chilometri di fuga non sono bastati a salvarla dalla sua stessa famiglia.

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