Nastri d’Argento, vince “La Pazza Gioia”

di Gaetano Bencivenga

Schiacciata dalla messa in onda della partita dell’anno Italia-Germania e da una tristissima giornata di violenza internazionale contro i nostri connazionali in Bangladesh, è andata, comunque, in scena presso il suggestivo Teatro Antico di Taormina la 70esima edizione del Nastro d’Argento, il prestigioso premio assegnato dal Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici. A spuntarla sugli agguerriti contendenti è stato, infine, “La pazza gioia” di Paolo Virzì.

Il suo inno alla fuga e al valore della diversità, già molto apprezzato a Cannes e dal pubblico in sala, ha portato a casa i trofei per il regista, la sceneggiatura, i costumi e le attrici protagoniste Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, insignite anche di altri due Nastri, rispettivamente, per lo stile e l’immagine.

Un altro vincitore atteso, ovvero il talentuoso Gabriele Mainetti, ha trionfato, giustamente, nella categoria di regista esordiente grazie al folgorante “Lo chiamavano Jeeg Robot”, indiscusso asso pigliatutto agli ultimi David di Donatello, che ha meritato anche l’alloro per il poliedrico Luca Marinelli, miglior attore non protagonista.

Due menzioni sono anche andate all’adrenalinico “Veloce come il vento” di Matteo Rovere, che ha prevalso tra gli attori protagonisti, un incisivo, seppur perennemente barcollante, Stefano Accorsi nel ruolo di un’ex speranza dell’automobilismo ad alti livelli smarritasi tra droghe e delusioni familiari, rimessa però in pista dal fervore della sorella, interpretata con insolito mestiere dalla giovane Matilda De Angelis, insignita del premio Biraghi per la promessa femminile.

Un altro titolo di enorme successo della stagione cinematografica appena trascorsa, ricca di soddisfazione per i colori nostrani, è stato, senza dubbio, “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese, trionfatore nelle categorie di miglior commedia, cast e canzone originale.

Un Nastro a testa per il noir “Suburra” di Sergio Sollima (attrice non protagonista, Greta Scarano), il controverso “Io e lei” di Cristina Comencini (soggetto), il divertente “Quo vado?” di Gennaro Nunziante (produttore) e il postumo “Non essere cattivo” di Claudio Caligari (film dell’anno). Soddisfazione, infine, per i trofei speciali consegnati a Stefania Sandrelli (Nastro d’Oro alla carriera), Juliette Binoche (Nastro europeo) e Carlo Verdone (premio Nino Manfredi).

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