Aversa, famiglia accampata in stazione: ok, no strumentalizzazioni, ma valga per tutti

di Antonio Arduino

Aversa – “Quando si dice no a strumentalizzazioni facendo riferimento ad un caso umano, come quello segnalato dai media di una famiglia che ha dormito all’interno della sala d’aspetto della stazione di Aversa, significa che non si deve pubblicizzare quando si fa per dare aiuto a chi ne ha bisogno come dice, tra l’altro, il Vangelo in cui è scritto che la mano destra non deve sapere quello che fa la mano sinistra? Allora come si spiega che questa mattina Radio Kiss Kiss Italia abbia parlato di questa cosa intervistando anche un esponente dell’amministrazione comunale quando l’episodio, reso noto lunedì da una foto postata su un social, se ho ben capito, era stato praticamente già risolto almeno da due giorni dalla Caritas diocesana che aveva prestato aiuto a quella famiglia fin dallo scorso venerdì? Questa non è strumentalizzazione?”.

Questa la domanda postaci da Nino Letizia, un lettore di Pupia che ha ascoltato giovedì mattina una trasmissione di Radio Kiss Kiss andata in onda intorno alle ore 8. Probabilmente la risposta è legata all’interpretazione della parola “strumentalizzazione” che, naturalmente, non poniamo fare noi, però possiamo girare la domanda all’amministrazione comunale.

Dopo il comunicato stampa diffuso dal responsabile della Caritas diocesana, don Carmine Schiavone, che ha chiarito la situazione di quella famiglia disagiata, nata per cause contingenti, e che sarebbe durata una sola notte, relativamente all’uso della sala d’aspetto come luogo per dormire, ricordando che era già all’attenzione della Caritas fin dal venerdì precedente.

Concludendo di non speculare sul problema sembra logico chiedere perché non sia stato opposto un cortese rifiuto all’emittente radiofonica che intendeva fare ascolti parlando di un problema superato.

Un problema che, purtroppo, si presenta con una certa frequenza ad Aversa dove, fino ad oggi, le amministrazioni che si sono succedute non hanno mai pubblicizzato l’esistenza di almeno due strutture dirette da religiosi che sono in grado di ospitare per la notte i senzatetto, offrendo loro un pasto, un letto e un bagno caldo.

Cosicché spesso accade di vedere persone, in particolare extracomunitari, dormire sulle panchine del parco pubblico, nelle aree standard abbandonate, in ripari occasionali come abbiamo segnalato più volte da queste colonne, trovandone persino sotto i portici della banca sita in via Giolitti esattamente di fronte la casa comunale, senza cha accadesse nulla. Per dare aiuto a questi esseri umani l’amministrazione potrebbe impegnarsi, affiancando le istituzioni religiose che operano nel settore, creando posti letto per senzatetto utilizzando, magari, proprietà comunali dimenticate e lasciate al degrado del tempo.

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