Ludovico Einaudi suona per Greenpeace fra i ghiacci dell’Artico

di Giuseppe Scuotri

Un pianoforte a coda posizionato sopra ad una piattaforma galleggiante nel bel mezzo dell’Artico, con il ghiacciaio di Wahlenbergbreen sullo sfondo. È questa la suggestiva ambientazione in cui Ludovico Einaudi, pianista italiano di fama mondiale, ha deciso di far risuonare la propria musica a supporto di Greenpeace, che da anni si batte per la salvaguardia di questo fragile ecosistema.

Le note di “Elegy for the Arctic” non sono che una fra le più suggestive delle otto milioni di adesioni che Greenpeace sta raccogliendo in tutto il mondo, per porre un freno alle attività umane invasive, come trivellazioni e pesca intensiva e preservarlo dagli effetti dei cambiamenti climatici.

“Arrivare qui è un’esperienza incredibile. – ha dichiarato il musicista – L’Artico non è un deserto, ma un luogo pieno di vita. Ho potuto vedere con i miei occhi la purezza e la fragilità di quest’area meravigliosa e suonare una mia composizione ispirata alla bellezza dell’Artico e alle minacce che subisce a causa del riscaldamento globale. Dobbiamo comprendere l’importanza dell’Artico per proteggerlo prima che sia troppo tardi”.

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