Aversa, ok sindaco: “Né padrini né padroni” ma di ogni provenienza…

di Nicola Rosselli

Aversa – Enrico De Cristofaro al timone di Aversa. L’impresa che non gli era riuscita quattro anni fa, quando gli fu preferito il compianto Peppe Sagliocco, è stata portata a termine con azioni da manuale e sarebbe potuta essere molto più eclatante se tutto il centrodestra lo avesse supportato.

Il giovane (e non in un’accezione negativa) Marco Villano non ce l’ha fatta. Forse a danneggiarlo qualche zavorra tra chi lo supportava. Certi nomi (e soprattutto cognomi da parco pubblico) da prima repubblica non lo hanno certamente aiutato.

Con De Cristofaro, così come fatto con i suoi predecessori, amici o semplici conoscenti che fossero, ci comporteremo allo stesso modo di sempre: diremo quello che pensiamo, ovviamente, con la consapevolezza che la nostra è l’opinione, il giudizio di un singolo.

Spero per Aversa che possa esserci un cambio di passo. La nostra città ha bisogno di pensare in grande, di scelte coraggiose che la facciano diventare semplicemente normale. Con una grande isola pedonale permanente e autobus interni che funzionino. Con le strade pulite al centro e alla periferia. Con una raccolta differenziata che sia efficiente.

Con un grande disegno che porti ad ipotizzare un utilizzo consapevole dei grandi contenitori (Maddalena, Saporito, Carmine, San Domenico) con la certezza che siamo di fronte a delle opportunità che consentiranno di cambiare il passo e non problemi da accantonare.

Siamo certi che Enrico De Cristofaro non abbia bisogno di suggerimenti. I nostri sono degli auspici che l’architetto aversano, con le sue capacità, può concretizzare.

A questo punto è importante non solo la squadra che il neo primo cittadino sta allestendo. Speriamo solo che riesca ad uscire dalle secche del manuale Cencelli, non rimanga prigioniero degli equilibrismi politici, di eventuali promesse fatte in campagna elettorale ai vari aderenti alle otto liste civiche che lo hanno sostenuto.

Siamo anche certi che, come più volte affermato, De Cristofaro non abbia né padrini né padroni. Né a Sant’Antimo né a Marcianise. Non vorremmo, però (e lo diciamo solo dopo le elezioni, per correttezza), che padrini e padroni si nascondano ad Aversa. Quando si è tenuta la conferenza stampa per la discesa in campo dell’architetto nostrano, abbiamo notato la presenza di diversi esponenti della vecchia Dc, quella della prima repubblica, e di altrettanti imprenditori di quell’epoca. Quelli che decidevano la linea politica, allora, con la loro presenza muta nei consigli comunali dell’epoca.

Molti di quelli erano in piazza Trieste e Trento. Non ce ne è bisogno, conoscendo il carattere di De Cristofaro, ma gli chiediamo di spogliarsi da quelle presenti che potrebbero diventare ingombranti sia per lui, per il suo cammino, che per la stessa Aversa che ha bisogno di nuova linfa e non di aria fritta che serve solo a non cambiare. Auguri ad Enrico e, soprattutto, ad Aversa.

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