Aversa al voto. Salute, sicurezza, lavoro: ecco quello che chiedono i cittadini

di Antonio Arduino

Aversa – Al di là dei programmi elettorali presentati dai candidati alla carica di sindaco di Aversa, che prevedono una serie di grandi progetti come la realizzazione di una mega area verde all’interno dell’ex Maddalena, l’utilizzo dell’area dell’ex Texas a fini sociali per qualcosa che è ancora da individuare, la ristrutturazione del complesso di San Domenico o della chiesa del Santo Spirito in piazza Cirillo, i cittadini chiedono alla prossima fascia tricolore interventi capaci di trasformare Aversa in una città vivibile, eliminando carenze ataviche denunciate più e più volte da singoli, associazioni e organi d’informazione.

Interventi che si possano realizzare in tempi brevissimi, così da poterne usufruire “da vivi”, a differenza di quelli necessari alle grandi opere che richiedono fiumi di denaro e tempi lunghi, tanto lunghi che molte volte non vengono realizzati prima che si concluda il secolo. L’esempio più lampante e la ristrutturazione di Casa Cimarosa, partita negli anni ‘90.

Probabilmente i cittadini provano interesse o, forse è più giusto dire, curiosità per le grandi opere che servono ai politici per distogliere l’attenzione dai problemi quotidiani. Ma per gli stessi cittadini sicuramente le priorità che dovrebbero animare l’azione del nuovo sindaco sono riassumibili in tre parole: salute, sicurezza, lavoro.

Prima fra tutte è la salute, messa a rischio dalla carenza di igiene urbana evidenziata da strade sporche, ricche di depositi di rifiuti sia ordinari che speciali come amianto, residui di pellami, batterie esauste, da aree verdi abbandonate sia nelle zone residenziali che nelle periferie. Salute messa a rischio da un ambiente inquinato dai rumori e dai gas tossici prodotti dagli scarichi delle oltre 30mila autovetture che circolano ogni giorno nelle strade, dalle condizioni di manutenzione delle strade dissestate e ricche di buche, dalla mancanza di attraversamenti e percorsi pedonali protetti, dall’assenza di semafori che sono spesso fuori uso dove presenti, da un ospedale cittadino che, pur disponendo di personale preparato ed efficiente dopo aver trattato con successo gli ammalati, mette a rischio la salute per le gravi carenze igieniche, segnalate dallo stesso personale, presenti sia all’esterno che all’interno della struttura.

Al secondo posto c’è la sicurezza, conseguenza innanzitutto dalla carenza di prevenzione effettuata dalle forze dell’ordine, comunali e non; vittime di carenze d’organico che non consentono di debellare le varie irregolarità presenti. Dall’attraversamento degli incroci, da parte di moto e autoveicoli, con il rosso, cosa che mette a rischio l’incolumità dei pedoni che vorrebbero passare da un lato all’altro della strada quando è loro consentito, alle aggressioni, non solo verbali, messe in atto dai parcheggiatori abusivi, agli scippi, alle rapine, ai furti, agli eccessi della movida presente in tutta la città, e non solo in via Seggio, dalla mancata manutenzione delle caditoie che favorisce l’allagamento delle strade in caso di pioggia anche di media intensità.

Al terzo posto tra le priorità, ma solo per fare un elenco, c’è il lavoro, la cui carenza favorisce la comparsa di tutta una serie di negatività. Lavoro che potrebbe essere creato sviluppando con i fatti e non a chiacchiere la vocazione turistica di Aversa che con le sue “cento” chiese e le opere d’arte in esse contenute, con le tante vestigia architettoniche-storiche-artistiche ancora scampate alla cementificazione di massa, con le manifestazioni folkloristiche-tradizionali che si ripetono da decenni potrebbe essere inserita nei circuiti turistici enogastronomici che, creando lavoro diretto ed indotto, portano tanto denaro nelle casse di moltissimi piccoli comuni della penisola capaci di vendere a peso d’oro anche l’unica peculiarità che posseggono. Aversa ne ha tante di più ma altrettante sono sconosciute persino agli aversani.

Se il prossimo sindaco riuscisse a dare risposte concrete anche solo ad una parte di queste priorità la città cambierebbe di colpo il suo aspetto e le grandi opere, se e quando fossero realizzate, rappresenterebbero solo opportunità aggiuntive per la crescita di una città soffocata dal cemento ed illusa da programmi elettorali che hanno scritto per decenni tanti libri di sogni rimasti quasi sempre in un cassetto.

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