Sadiq Khan, il primo sindaco musulmano di Londra

di Emma Zampella

In un periodo storico e fatto di rivoluzione, come può essere quello contemporaneo, Londra elegge il suo primo sindaco musulmano, nella persona del laburista Sadiq Khan, che stravince nella capitale inglese, definita tra le più multietcniche al mondo. Un segnale che pare privo di significato forse nel regno monarchico, abituato ad una commistione di razze e specie umane in una città in cui prevale e primeggia la libertà e il rispetto reciproco, ma che stona, e forse, fa riflettere il resto dell’Europa, contaminata e dilaniata dalla “paura dello straniero”.

Ma Londra pare avere fiducia in Khan, che, eletto sindaco, avrà pieni poteri della città: sarà lui a gestire infatti un bilancio di 16 miliardi di sterline (oltre 20 miliardi di euro), con un mandato talmente ampio su infrastrutture, trasporti e alloggi da renderlo potente quanto un capo di governo. Il primo sindaco musulmano d’Europa batte quindi il Conservatore Zac Goldsmith al secondo conteggio dopo aver mancato la maggioranza assoluta al primo (44% a 35%). Sarà dunque un immigrato di seconda generazione, ex avvocato per i diritti civili, origini pachistane, padre autista di bus e madre sarta, l’uomo che a 45 anni traghetterà la capitale inglese nell’era del dopo-Boris.

Una rivoluzione anche politica dal momento che i Conservatori perdono, dopo otto anni, il Governo e l’amministrazione di Londra.  Un’apertura alla novità e alla diversità che segnano però l’amara sconfitta della sinistra inglese, che, con quello di ieri, registra è il peggior risultato registrato negli ultimi 35 anni da un partito di opposizione. Spaccato tra corbynisti e anti-corbynisti, il Labour entra in piena crisi di leadership e si interroga sul suo futuro.

A lanciare la prima pugnalata al leader Cobyn è un membro del suo governo-ombra, il responsabile di Scozia Ian Murray, che affonda il coltello nella piaga: “Non penso che l’opinione pubblica veda al momento il Labour guidato da Corbyn come un partito credibile per il prossimo governo del 2020”. E anche il deputato Tom Watson, che pure chiede ai suoi colleghi di aspettare prima di promuovere un “golpe” anti-Corbyn, alla fine ammette che il partito è in una situazione “seria”.

E Cameron aggiunge soddisfatto: “Il Labour ha completamente perso il contatto con gli elettori» ed è «ossessionato da cause di estrema sinistra”.

Alla fine, anche la rimonta dell’Ukip, che in Galles conquista per la prima volta 7 seggi, potrebbe non turbare più di tanto i sonni del premier. Grazie all’exploit degli euroscettici di Farage è infatti il Labour a mancare l’obiettivo della maggioranza assoluta in Galles. E anche a Londra la vittoria di Khan permette a Cameron di camminare più spedito verso la sua campagna contro l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea nel referendum del 23 giugno. Il nuovo sindaco di Londra e il Labour sono favorevoli alla permanenza di Londra nella Ue e aiuteranno il premier.

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