Papa Francesco: “Lavoro nero è peccato mortale. Non si vive per le ricchezze”

di Stefania Arpaia

Città del Vaticano – Sfruttamento lavorativo e immigrazione. Sono stati questi i temi trattati da Papa Francesco nel corso della messa mattutina a Casa Santa Marta.

“Chi accumula ricchezze con lo sfruttamento, il lavoro in nero, i contratti ingiusti, è una sanguisuga che rende schiava la gente”, ha detto il Pontefice.

“Il sangue di chi è sfruttato nel lavoro è un grido di giustizia al Signore. Lo sfruttamento del lavoro, nuova schiavitù, è un peccato mortale”, ha aggiunto spiegando come lo schiavismo che si credeva ormai esaurito sia presente ancora nei nostri giorni.

E ancora: “Le ricchezze in se stesse sono buone, ma sono relative e vanno messe al posto giusto. Non si può vivere per le ricchezze. E’ più importante un bicchiere d’acqua nel nome di Gesù che tutte le ricchezze accumulate con lo sfruttamento della gente”.

Poi rivolgendosi ai fedeli, in merito al tema dell’immigrazione ha detto: “Non bisogna cedere alle pur comprensibili paure che terrorismo e afflusso dei profughi inducono in noi. Occorre cooperare affinché vengano garantiti i diritti di profughi e rifugiati, è fondamentale assisterli quando giungono nei nostri Paesi e promuovere iniziative per aiutare le popolazioni a restare in patria. Sono necessari sforzi per privare delle armi quanti usano violenza”.

“I cittadini devono essere artigiani di pace. Molte persone tendono ad isolarsi di fronte alla durezza della realtà perché hanno paura del terrorismo o temono che il crescente afflusso di migranti cambi radicalmente la loro cultura, la loro stabilità economica e il loro stile di vita. Questi timori devono essere affrontati con saggezza e compassione, così che i diritti e i bisogni di tutti vengano rispettati e sostenuti”, ha concluso.

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