Aversa, i candidati sindaco discutono del futuro del centro storico

di Livia Fattore

Aversa – Basta con nuove costruzioni, recupero del preesistente nel rispetto delle norme urbanistiche esistenti e che si andranno, a breve, ad approvare. Questo il motivo comune emerso dal dibattito fra tre dei quattro candidati a sindaco di Aversa sul futuro del centro storico normanno, anche alla luce dei fondi europei 2014-2020.

A far sedere intorno ad un tavolo, nella sede della Caritas Diocesana, Enrico De Cristofaro, Gianpaolo Dello Vicario e Marco Villano (assente Maria Grazia Mazzoni), l’ingegnere e architetto Romualdo Guida che da anni ha dato vita al consorzio Corso Normanno che ha messo insieme la Curia, proprietari di immobili nel centro storico, professionisti e imprenditori, includendo anche i due “Centri commerciali naturali”, con l’unico scopo di dare impulso al recupero del centro storico.

Idea che ha anche già avuto una propria concretizzazione con la sottoscrizione di un protocollo di intesa sottoscritto tra Istituzioni ed Enti pubblici, organizzazioni datoriali e dei lavoratori e dalla Diocesi di Aversa (presente al dibattito con Stefano Di Foggia), nella sede della Provincia di Caserta e approvato con delibera di giunta il 29 aprile del 2015.

Il dibattito, moderato dal giornalista Vito Faenza, che non ha mancato di rimarcare le peculiarità della città normanna e delle sue ricchezze storico-architettoniche, si è rivelato oltremodo interessante, considerato che gran parte della partita elettorale-amministrativa si gioca proprio sul ruolo e sul recupero del centro storico.

Il punto comune sul quale si sono trovati tutti d’accordo è stato nella previsione principe del nuovo Puc (Piano urbanistico comunale) che la futura amministrazione dovrà redigere. In pratica, sono tutti concordi nel prevedere costruzioni zero e recupero del patrimonio immobiliare esistente.

In particolare, per De Cristofaro, che nella sua qualità di presidente degli architetti è anche addetto ai lavori, “è necessario avere strumento innovativo, che dia la possibilità di intervenire nel centro storico in maniera ponderata. Dopo il Puc bisogna immediatamente mettere mano ad un nuovo piano di recupero. Ovviamente non si potrà prescindere dall’apporto dei privati che, però, dovrà essere preventivamente normato”. A De Cristofaro ha risposto Guida, evidenziando che non c’è tempo per redigere il Puc, perché i progetti per i fondi europei vanno presentati quasi nell’immediatezza.

Per Villano, invece, “bisogna capire quale tipo di obiettivo: residenziale, commerciale, turistico, si intende raggiungere o privilegiare tra loro. Per noi è importante tenere insieme gli aspetti commerciale e residenziale cercando di dare vita a strutture ricettive tipo bed & breakfast. Oggi vi sono norme restrittive perché vecchie. C’è bisogno di interventi che non possono essere solo pubblici ma concordati con privati”.

“La nostra concezione di utilizzo del territorio – ha aggiunto Villano – si basa sulla tutela dell’identità, del patrimonio culturale, dell’architettura storica, degli spazi verdi e della biodiversità delle città. Decisioni sconsiderate hanno contribuito a creare nel corso degli anni aree urbane poco gradevoli per vivere e hanno determinato modelli insediativi non sostenibili. Per questo, in merito ai grossi contenitori non utilizzati e sotto utilizzati della nostra città abbiamo delle idee ben precise, già espresse con l’intenzione di usufruire del federalismo demaniale”.

A margine una polemica tra De Cristofaro da un lato e Villano e Dello Vicario dall’altro, con il primo che illustrava iniziative relative alla Reggia di Carditello con l’ordine degli architetti e gli altri due che evidenziavano la diversità di situazioni e i diversi distinguo.

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