Panama Papers. Verdone, Valentino e Montezemolo: “Non c’entriamo”

di Redazione

Sono 100 i nomi dei primi italiani che compaiono nella lista dei titolari di società offshore in grado di eludere il fisco contenuta nei “Panama Papers”.

Lo rivela L’Espresso che anticipa i nomi dell’attore Carlo Verdone e dello stilista Valentino. Verdone risulta titolare della Athilith Real Estate, mentre Valentino, con il suo socio Giancarlo Giammetti, è associato a due sigle delle Isole Vergini, la Jarra Overseas e la Paramour finance. Entrambi, attraverso i loro legali, hanno respinto seccamente l’accusa di comportamenti illeciti.

Negano qualsiasi coinvolgimento i legali dell’attore, dicendo che il suo “accostamento ai fatti pubblicati su ‘L’Espresso’ non è e non sarà credibile, anche perché Carlo Verdone non è titolare di nessun conto o proprietà all’estero, neanche per interposta persona. Naturalmente Carlo Verdone tutelerà la propria rispettabilità in tutte le sedi giudiziarie”, come si legge in una nota in risposta all’annuncio secondo cui Verdone sarebbe coinvolto nello scandalo Panama Papers secondo le anticipazioni sul settimanale in edicola venerdì sui “primi 100 nomi” di italiani.

“Il nome di Carlo Verdone è stato inserito nell’articolo de L’Espresso sui fatti di Panama dopo che il giornalista aveva chiesto, anticipatamente, al suo legale avvocato Felice d’Alfonso del Sordo un previo commento sulla notizia che sarebbe uscita. Affermava il giornalista, Stefano Vergine, che la notizia era basata su documenti: di essi tuttavia è stata negata la visione, benché richiesta dal legale. Pertanto, è ignoto su quali fatti e circostanze l’articolista si sia basato e finché i documenti non saranno mostrati anche agli altri professionisti incaricati (gli avvocati Antonio Conte e Tognozzi), l’accostamento di Carlo Verdone ai fatti pubblicati su L’Espresso non è e non sarà credibile”. I legali di Valentino hanno invece sottolineato che il loro cliente “è residente a Londra da oltre 10 anni”.

Sul suo coinvolgimento nello scandalo interviene anche Luca Cordero di Montezemolo, che al Cda Unicredit dice: “In merito alla società panamense e al conto associati al mio nome, ho avuto modo di ricostruire – trattandosi di nove anni fa (periodo in cui ero fortemente impegnato, tra l’altro, in Confindustria, Fiat e Ferrari) – che mi furono proposti dai miei consulenti finanziari di allora in vista di investimenti che non furono poi mai realizzati. Posso quindi confermare che non possiedo alcuna società off shore né alcun conto estero e, soprattutto, che non ho commesso alcun illecito”.

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