Libera, Cantone: “Rischio utilizzo brand antimafia per fare altro”

di Redazione

“Sta capitando che l’Antimafia sociale, che è una cosa positivissima per il nostro Paese, è stata anche un po’ infiltrata da gente che ha provato a fare gli affari. Da gente che ha provato a mettersi il distintivo e a utilizzare il distintivo anche un po’ per mettere al riparo l’attività non lecita”. Così il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, intervistato a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24.

A Minoli che chiede se abbia ragione Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, quando dice che l’Antimafia non può essere una carta di identità e che se fosse eliminata verrebbe sbugiardato chi ci ha costruito una falsa reputazione Cantone risponde: “Assolutamente sì e devo riconoscere a Don Ciotti che lo dice da tempo. Anche perché lui sa che persino nel suo interno c’è qualche problema”.

Sul tema se sia infiltrata anche Libera, Cantone risponde ai microfoni di Mix24 su Radio 24: “Non so se è infiltrata, io credo che Libera sia la parte migliore dell’antimafia sociale. Però Don Ciotti sa che c’è il pericolo di utilizzare il brand antimafia per fare altro. In questo io credo che sia consapevole. E non escludo che all’interno di Libera ci possano essere delle mele marce. Ma il tema dell’inquinamento dell’antimafia sociale c’è ed è molto rilevante”.

Alla domanda del conduttore se c’è un’infiltrazione nell’antimafia sociale, Cantone replica: “Credo proprio di sì e questo rischia di mettere in crisi un movimento che è stato fondamentale per assestare i colpi alla mafia”.

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