Ambiente e Salute, Polieco al Salone della Giustizia

di Redazione

Roma – “Ambiente e Giustizia: diritto alla salute per un’impresa responsabile”. Al Salone della Giustizia di Roma ne hanno discusso oggi, nell’ambito del convegno promosso dalla Fondazione Santa Chiara per lo studio del diritto e dell’economia dell’ambiente e dal Consorzio nazionale dei rifiuti dei beni a base di polietilene Polieco, politici, imprenditori, magistrati.

“Le relazioni che si intersecano nella lotta ai traffici illeciti dei rifiuti e alle contraffazioni alimentari causano ingenti danni all’ambiente e all’economia. Spesso questa regia criminale è unica e sostenuta da una parte di imprese che operano illegalmente, compromettendo la crescita del Paese e e la salute dei cittadini”, ha affermato Enrico Bobbio, presidente della Fondazione Santa Chiara per lo studio del diritto e dell’economia dell’ambiente in apertura dei lavori coordinati dal vicedirettore del Tg1, Gennaro Sangiuliano.

Il viceministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Andrea Olivero, intervenuto al convegno, ha sottolineato l’esigenza di salvaguardare l’agricoltura, partendo dalla lotta alle mafie. “Alle mafie è sempre piaciuta la terra. – ha affermato Olivero – Dobbiamo puntare in tutti i settori sulla diffusione di buone prassi in grado di arginare fenomeni criminali e lo strumento più efficace è “la cultura della legalità”. Olivero ha aggiunto che “nel settore agricolo si distinguono azioni efficaci in grado di contrastare le contraffazioni e le ingenti conseguenze negative sull’economia e l’ambiente. Per questo il nostro sistema di controlli – ha concluso il viceministro – tutela tutta la filiera agroalimentare, partendo dal prodotto, fino ad arrivare ai consumatori e alla salute dei cittadini”.

Nel dibattito è intervenuto il sostituto procuratore Roberto Rossi, della Dia di Bari, che ha evidenziato la necessità “per ogni singolo cittadino di recuperare la capacità di comprendere i meccanismi e i rapporti fra i modelli di sviluppo economico e danni alla salute”. “Occorre che tutti – ha ribadito Rossi – si assumano le loro responsabilità, senza delegare alla magistratura, alla politica e alle istituzioni”.

“Salvaguardare l’ambiente, evitando i danni alla salute, deve passare attraverso la promozione di un’economia circolare, – ha sostenuto la direttrice del Polieco Claudia Salvestrini – un’economia che metta al centro il rispetto delle norme come opportunità e non come vincolo alla crescita”.

Salvestrini ha mostrato le immagini dei viaggi in Cina effettuati sulla rotta illecita dei rifiuti che dall’Italia raggiungono impianti inadeguati, dove vengono trattati per essere poi trasformati in manufatti.

Per il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, “il convegno di oggi è stato un convegno per ripristinare la verità”. “Non sono un ambientalista antindustriale, anzi l’industria mi piace tantissimo – ha affermato Emiliano –  ma la politica nel suo complesso deve realizzare capacità economica, deve essere smart, pensare alla vita delle persone. Non si può mettere a rischio l’ambiente – ha aggiunto il governatore – soprattutto quando non si garantisce il bene comune, ma è necessario, invece, avere una vision del Paese, che non escluda ovviamente l’innovazione”.

Il confronto con il mondo delle imprese, rappresentato anche dal manager di Acciona Agua Luigi Patimo ha visto protagonista il sistema agroalimentare, con gli interventi del presidente dei Giovani della Coldiretti Sicilia Ignazio Gibiino e del vicepresidente dell’osservatorio nazionale Agromafie, il magistrato della Corte dei conti Andrea Baldanza. Illustrate dal direttore generale Igiene, sicurezza degli alimenti e nutrizione del Ministero della Salute, Giuseppe Ruocco, le linee adottate in difesa della sicurezza dei prodotti alimentari. 

Sull’aspetto giuridico e la necessità di consentire alle imprese un ruolo attivo sia nelle politiche ambientali che industriali, sono intervenuti il componente della commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati Francesco Paolo Sisto e il collaboratore del ministro della Giustizia Michele Fina.

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