Speculazione immobiliare, come uscire dalla crisi: incontro al San Carlo di Napoli

di Redazione

Napoli – “Oltre la crisi – Un nuovo regime urbanistico dei suoli” è il tema della tavola rotonda in programma domani, venerdì 8 aprile, alle ore 17:00, presso il foyer del Teatro di San Carlo di Napoli. I lavori, organizzati da W-L.E.A. (World –Law, Economics & Architecture, associazione di studi e servizi per l’amministrazione pubblica e le imprese con sede in Roma), saranno introdotti da Gianni Letta.

Dopo il saluto di Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, sono previsti gli interventi di Rosario Altieri, Presidente dell’Alleanza delle Cooperative italiane, Gaetano Manfredi, Magnifico Rettore dell’Università Federico II di Napoli, Aurelio Tommasetti, Magnifico Rettore dell’Università di Salerno, Sebastiano Maffettone, filosofo di fama internazionale e professore di filosofia politica presso l’Università Luiss Guido Carli, Dario Velo, Presidente del Collegio sindacale della Banca d’Italia ed economista esperto di social market economy, Sergio De Felice, Consigliere di Stato e Capo di gabinetto alla Presidenza della Regione Campania e Francesco Maria Esposito, presidente di W-L.E.A., architetto ed autore del volume “Edificabilità bene comune” (Cacucci Editore, Bari), che sarà presentato nel corso dell’evento.

I lavori saranno conclusi da Gianni Pittella, già primo vicepresidente del Parlamento europeo e attualmente Presidente del Gruppo S&D al Parlamento europeo, che ha anche curato la prefazione del libro dell’architetto Esposito.

Nel testo, “che avanza una teoria brillante di raro spessore storico”, si sottolinea come crisi, disuguaglianze, povertà e disoccupazione abbiano tutte la stessa origine: la speculazione immobiliare. Lo squilibrio tra redditi e costi abitativi ha gonfiato una bolla immobiliare globale con effetti devastanti: a Roma come a Milano, per esempio, una casa costa mediamente più del triplo della stessa a Berlino. E se per superare la crisi è indispensabile più domanda aggregata, allora, evidentemente, bisogna ridurre drasticamente l’erosione della domanda ad opera dei costi abitativi, per liberare risorse necessarie al Pil. Esposito sottolinea come l’edilizia sia un settore indispensabile per uscire dalla crisi. Ma con nuove regole. Verso una “democrazia urbanistica”.

Le proposte che saranno lanciate nel corso della tavola rotonda sono tre: riforma urbanistica italiana coraggiosa, istituzione del Ministero della Casa e dell’Urbanistica, realizzazione di un piano abitativo pluriennale nazionale da circa 120 miliardi a costo zero per lo Stato, in grado di assicurare 480mila abitazioni secondo un nuovo concept abitativo che sarà illustrato durante l’evento, di cui 240mila convenzionate, 120mila garantite, 120mila non profit a 1000 euro/mq. Un progetto ambizioso ma già sostenuto da autorevoli personalità del mondo politico, economico ed istituzionale, che avrebbe anche il vantaggio di produrre fino a 500mila nuovi posti di lavoro nel settore delle costruzioni e nell’indotto, e comporterebbe un consumo di suolo quasi nullo mediante la logica del riciclo e della riqualificazione delle aree.

Inoltre il progetto prevede norme precise, sia per l’acquisto, il cui costo verrebbe equiparato ai costi di costruzione ed ai redditi, che per la locazione, attraverso misure simili a quelle della legge tedesca sul caro-affitti, estendibile a tutte le abitazioni già esistenti. Come la legge tedesca, che prevede un aumento massimo definito e controllato entro il 10% della media dell’area in 5 anni, le proposte contenute nel volume Edificabilità bene comune mirano a favorire l’edilizia contemporaneamente impedendo le speculazioni immobiliari, al fine di garantire il buon funzionamento del ciclo economico, ridurre la disoccupazione, aumentare il Pil, ridurre il debito pubblico, ricondurre il Paese su un sentiero di crescita sostenibile che, inoltre, avvierebbe molteplici nuovi investimenti.

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