Napoli, al San Carlo la pièce “Dieci storie proprio così”

di Redazione

Napoli – Storie di riscatto civile, di lotta quotidiana contro la criminalità, con protagonisti eroi della porta accanto, che, a differenza di tanti, hanno scelto di non chinare il capo. Pagando, spesso, in prima persona.

E’ tornato, al Teatro San Carlo, sabato 16 aprile, “Dieci storie proprio così”, spettacolo diretto da Emanuela Giordano e scritto da Giulia Minoli. Tra gli attori del cast (Daria D’Aloia, Vincenzo d’Amato, Tania Garribba, Valentina Minzoni, Salvatore Presutto, Diego Valentino Venditti), anche Alessio Vassallo, il Mimì de “Il giovane Montalbano”.

La pièce, prodotta nel 2011 dallo stesso Massimo partenopeo, in collaborazione con la Fondazione Polis, per le vittime innocenti della criminalità, torna con una versione aggiornata, raccontando il coraggio delle vittime delle mafie, la tenacia dei loro parenti, di molti giovani impegnati in prima linea con associazioni di impegno concreto e costante, contro il “puzzo del compromesso morale”.

Ai protagonisti celebrati nella prima messa in scena, da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, a don Giuseppe Diana, Giancarlo Siani e Silvia Ruotolo, fino ad Annalisa Durante, Peppino Impastato e Federico Del Prete, si affiancano ulteriori storie, provenienti dalla Sicilia e del Lazio, sulla scia dello scandalo di Mafia capitale.

In occasione della rappresentazione di sabato, la platea del San Carlo, era composta principalmente da studenti di scuole superiori, appositamente formati e preparati alla visione dello spettacolo, attraverso i laboratori del “palcoscenico della legalità”, incentrati sul senso della legalità e sulle responsabilità individuali e collettive.

Il “Palcoscenico della legalità”, di cui “Dieci storie proprio così” è parte integrante, è un progetto sperimentale di collaborazione tra teatri, istituti penitenziari, scuole e società civile, promosso da “The CO2 Crisis Opportunity Onlus”, assieme a Libera, Fondazione Polis, Silvia Ruotolo, Giovanni e Francesca Falcone, Centro Studi Borsellino e col patrocinio del ministero della Giustizia e quello dei Beni culturali.

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