Sgominato traffico di droga a Bitetto: 24 arresti contro clan Zonno

di Redazione

Bitetto (Bari) – Alle prime luci dell’alba, circa 150 carabinieri, supportati da un elicottero dell’Arma e da unità cinofile antidroga, hanno dato esecuzione a 24 ordinanze di custodia cautelare (19 in carcere e 5 ai domiciliari), battendo a tappeto il paese di Bitetto e dintorni con numerose perquisizioni personali e domiciliari.

Ad essere colpita è stata un’associazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti e costituente frangia attiva, nel comune di Bitetto, del clan Zonno di Toritto.

Le indagini, condotte dalla Compagnia di Modugno, trassero inizio dopo il duplice tentato omicidio, avvenuto a Grumo Appula il 13 maggio 2013, ai danni di Giuseppe Leone e Giuseppe Lacasella.

Nella circostanza gli investigatori, oltre a far emergere le responsabilità del fatto di sangue, scoprirono anche una florida attività di spaccio di droga, tra cocaina e hashish, nel comune di Bitetto e dintorni.

Proprio dalle intercettazioni ambientali a carico del responsabile dell’agguato (Vito Colapinto), colpito nel frattempo da un’ordinanza di custodia cautelare per il tentato duplice omicidio, sono emersi chiari i confini di una fiorente attività di spaccio.

Gli investigatori hanno consentito alla Procura di Bari, che ha chiesto ed ottenuto dal gip del locale Tribunale gli odierni provvedimenti, di ricostruire le finalità illecite del gruppo, mediante intercettazioni telefoniche, sequestri di sostanze stupefacenti, servizi di pedinamento e dichiarazioni di giovanissimi assuntori di sostanze stupefacenti.

I carabinieri hanno così anche ricostruito l’organigramma che provava l’esistenza di una vera e propria associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, quali hashish e cocaina in notevoli quantità, come dimostrato dai numerosi sequestri effettuati.

Stupefacente che, come emerso nel corso delle intercettazioni telefoniche, veniva citato dagli indagati con parole criptiche e frasi illogiche, nel tentativo di far sviare le indagini dal commercio illegale delle sostanze stupefacenti: “Scendi il coso piccolo e mettilo nel coso bianco; vieni al ‘paciotto’ con la cosa grossa; si, due pacchi, il motore lo devi pagare in contanti; quelle due mutande celesti; la canottiera bianca; complimenti è buona la birra; quanti panzerotti vuoi?”.

Le indagini hanno, inoltre, permesso di ricostruire l’esistenza dell’operatività di una struttura organizzata con la ripartizione dei ruoli: acquirenti, trasportatori, consegnatari delle partite di stupefacenti e pusher.

La forza del gruppo criminale era data anche dalla disponibilità di armi, così come riscontrato lo scorso 20 febbraio, quando ad uno degli indagati furono trovate una novantina di munizioni di vario calibro relative ad armi comuni da sparo.

Emerge chiaramente anche la gravità delle condotte criminose poste in essere dal gruppo per l’utilizzo di molti giovani (alcuni di essi all’epoca dei fatti minorenni) e di donne nello spaccio di sostanze stupefacenti.

Proprio la ferocia e la determinazione del gruppo è emersa con prepotenza allorquando, proprio perché insofferenti ed infastiditi dalla pressione esercitata dai Carabinieri sull’organizzazione criminale, fu pianificato e portato a termine un vile attentato nei confronti di un appartenente alle forze dell’ordine: l’incendio dell’autovettura privata del comandante pro tempore della Stazione Carabinieri di Bitetto, la notte del 23 maggio 2014, in via Mascagni.

Anche in questo caso non è tardata la risposta investigativa con cui i carabinieri hanno individuato gli esecutori dell’attentato incendiario. Tra i capi d’imputazione contestati con l’odierna indagine vi sono infatti anche quelli che fanno riferimento all’incendio dell’autovettura: gli esecutori materiali, Giovanni Buono e Francesco Cirasola.

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