Maddaloni, il sindaco respinge le accuse: “Mai avuto 10mila euro al mese”

di Redazione

Maddaloni – “Siamo entrambi ingegneri, siamo coetanei, abbiamo stretto amicizia”. Così Rosa De Lucia, sindaco di Maddaloni arrestato lunedì nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti (leggi qui), ha spiegato al gip Sergio Enea gli stretti rapporti con l’imprenditore dei rifiuti Alberto Di Nardi.

Assistita dagli avvocati Amedeo Barletta e Mario Corsiero, nel corso di un interrogatorio che è durato ben quattro ore e si è svolto nel carcere femminile di Pozzuoli, De Lucia ha rintuzzato punto su punto le accuse che le sono contestate sulla base delle dichiarazioni di Antonio Scialdone, altro imprenditore dei rifiuti concorrente di Di Nardi.

Innanzitutto, De Lucia smentisce di avere ricevuto un appannaggio di 10mila euro al mese da Di Nardi, come sostiene Scialdone. Il teste, sottolineano gli avvocati, riferisce circostanze che non hanno alcun riscontro; del resto, visto che il sindaco è in carica dal 2013, Di Nardi le avrebbe versato, se la cosa fosse vera, una cifra esorbitante. Inoltre, l’imprenditore lavorava da anni a Maddaloni: si era aggiudicato l’appalto con il precedente sindaco e aveva ottenuto due proroghe già dal commissario prefettizio che aveva governato il Comune prima della giunta De Lucia. Le proroghe, ha spiegato ancora l’indagata al giudice, costituiscono una strada obbligata in attesa dell’appalto per scegliere la nuova ditta che curerà la raccolta dei rifiuti.

Scialdone, ha insistito il sindaco, mente anche sulla circostanza del viaggio ad Antibes nel corso del quale De Lucia avrebbe sposato la sua compagna, Cecilia D’Anna, assessore alla Cultura. Pur essendo conviventi, infatti, le due donne non si sono mai sposate e, si è difesa De Lucia, non sono mai state ad Antibes, bensì a Parigi, pagando il biglietto di tasca loro. Scialdone, invece, aveva riferito di aver saputo da Di Nardi che il viaggio era stato pagato da quest’ultimo.

Analogamente, il sindaco ha spiegato di avere acquistato i mobili per arredare casa grazie al prestito di una società finanziaria. Quanto alla festa patronale, è vero che De Lucia chiese soldi a Di Nardi, ma solo in qualità di sponsor: i cittadini di Maddaloni avrebbero saputo che le luminarie per San Michele erano state offerte dalla sua azienda, la Dhi. La cosa poi non avvenne e anche il progetto di portare a Maddaloni il rapper Clementino non ebbe seguito. Un punto su cui De Lucia ha insistito in modo particolare è il rapporto con Antonio Scialdone.

L’imprenditore, che con le sue dichiarazioni ha dato il via alle indagini, sostiene che il sindaco gli fece balenare l’ipotesi di aggiudicarsi l’appalto dei rifiuti al posto di Di Nardi purché avesse accettato di pagare e lo invitò a casa sua per trattare la faccenda al riparo da occhi indiscreti. Che senso avrebbe avuto, ha detto il sindaco, avviare contatti con un diverso imprenditore se Di Nardi le garantiva tanto denaro? Scialdone, insomma, secondo l’indagata racconta bugie.

Nel corso dell’interrogatorio è stata affrontata anche la vicenda dei consiglieri comunali che hanno accettato somme di denaro per votare il bilancio (Giusy Pascarella, amica di Francesca Pascale, la fidanzata di Berlusconi, secondo l’accusa volle 8mila euro). Anche su questo, Rosa De Lucia ha fornito chiarimenti e dettagli. Questa parte di interrogatorio tuttavia è stata secretata e presumibilmente il pm Carlo Fucci disporrà degli approfondimenti. È probabile che il sindaco abbia riferito circostanze penalmente rilevanti che potrebbero portare all’allargamento dell’inchiesta.

I difensori del sindaco depositeranno un’istanza di scarcerazione, o in subordine di concessione degli arresti domiciliari, lunedì prossimo, quando gli interrogatori di garanzia saranno terminati.

Domani, intanto, tocca a Cecilia D’Anna, che è agli arresti domiciliari. Martedì era stato sentito Alberto Di Nardi, che dopo l’interrogatorio di garanzia si era sottoposto anche a un interrogatorio investigativo con il pm. Anche lui ha fornito spiegazioni alternative a quelle contenute nella misura cautelare, facendo ammissioni e fornendo dettagli sui quali pure saranno fatti approfondimenti.

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