“Un mercato ortofrutticolo a 5 Stelle”

di Antonio Arduino

Aversa – Perché faccia un salto di qualità il mercato ortofrutticolo di viale Europa ha bisogno di una nuova collocazione. Se ne parla da anni ma se ne parla e basta. Per gli attivisti di “Aversa a Cinque Stelle” è il momento dei fatti. Ed i fatti sono una proposta organizzativa concreta che intendono portare all’attenzione dell’amministrazione comunale che uscirà delle urne alle prossime elezioni.

“Un mercato moderno è condizione indispensabile per promuovere i prodotti dell’agricoltura specialmente se il territorio che li produce è martoriato da problematiche ambientali, sociali ed economiche”, esordisce Rocco Romagnoli, autore della proposta.

“Attenzione, moderno – sottolinea – non significa necessariamente realizzato ex novo, nonostante sia auspicabile una struttura razionalmente dislocata e dedicata alle esigenze di un ampio bacino di utenza, quale può essere la zona aversana, con riguardo alla logistica, alla sorveglianza, alla realizzazione di locali idonei all’amministrazione, agli studi di mercato e alle contrattazioni, alla conservazione frigorifera temporanea”.

“Nuovo significa – precisa – dotato di servizi, diventati oggi indispensabili, di controllo e attività ispettive accurate e capillari per tutelare i consumatori senza deprimere i produttori che correttamente impegnano capitali e lavoro su terreni sani e giammai interessati da sversamenti di qualsivoglia materiale o composti estranei alle caratteristiche fisico chimiche dei suoli che coltivano”.

A questo proposito l’attivista ricorda che “la vasta area dell’Agro aversano, pur annoverando alcuni tra i suoli più fertili d’Italia con ottime qualità intrinseche, ha subito la deleteria risonanza mediatica de La terra dei Fuochi che, sottintendendo inquinamenti diffusi e avvelenamento delle derrate alimentari, ha causato forte contrazione delle quote di mercato per frutta, ortofrutta e ortaggi con perdita irreparabile di commesse e compromissione di numerose attività imprenditoriali. Clamore che indagini e studi, però, hanno ridimensionato, appurando che solo una minima parte degli appezzamenti coltivati tra le province di Caserta e Napoli è stata effettivamente interessata da interventi anomali, a tal punto, da impedirne la messa a coltura e il consumo della frutta e ortaggi da essi ottenuti ma il danno era stato fatto e le conseguenze sono apparse imprevedibili e, tuttora, difficilmente stimabili per gli abitanti di Aversa e della zona aversana”.

“Un mercato ortofrutticolo moderno contribuirebbe – dice – ad affrontare la problematica per ridimensionarla correttamente sia nell’interesse della popolazione sia nell’interesse di tutte le attività economiche attinenti al settore primario e che hanno l’esigenza di svolgere correttamente il proprio lavoro soddisfacendo le istanze di tranquillo approvvigionamento alimentare di famiglie enti e associazioni del territorio”.

“Un laboratorio di analisi, ad esempio, correttamente dimensionato ed in relazione quotidiana con le merci e i rivenditori afferenti alla struttura mercatale, con personale competente e dedicato alle operazioni specifiche, consentirebbe – osserva l’attivista – la verifica dei parametri di salubrità di tutto ciò che, varcando la soglia di ingresso, finisca poi venduto, trasferito, cucinato e mangiato”.

“La consapevolezza del controllo e dell’esito oggettivo dell’analisi, consentirebbero – continua – un sereno incontro tra domanda e offerta assicurando anche la giusta considerazione, e rivalutazione, dei prodotti agricoli della zona perché, svincolati da ogni sospetto, diverrebbero oggetto di preferenza per prezzo e sicurezza, essendo indispensabile che siano prima i residenti di Aversa e dell’Agro ad essere certi della buona qualità dei prodotti della loro terra. Identicamente, una buona attività ispettiva impedirebbe l’ingresso di prodotti freschi dalla tracciabilità complessa ed incerta o ne bloccherebbe la vendita con sicuro beneficio psicologico degli operatori corretti e degli acquirenti finali”.

“Un moderno mercato ortofrutticolo ad Aversa, quindi, consente – conclude Romagnoli – di conciliare le esigenze del consumatore sempre più attento alle caratteristiche organolettiche, alla salubrità e alla tipicità con l’economia dell’Agro aversano attribuendo il giusto valore all’impegno degli agricoltori locali che vedrebbero meno depressa la loro attività e rivalutata l’importantissima funzione di presidio del territorio, risorsa limitata e irriproducibile”.

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