Terre del Falerno, firmato l’atto costitutivo

di Redazione

Alla presenza del vescovo della diocesi di Sessa Aurunca, Orazio Francesco Piazza, acclamato come naturale presidente onorario, si è finalmente costituita, nella sala delle conferenze del Palazzo Novelli di Carinola, Terre del Falerno, definita da statuto quale “associazione tra pubbliche amministrazioni e stakeholder dell’economia e della cultura vitivinicola, enogastronomica e turistica dell’Agro Falerno in Campania”.

Terre del Falerno riunisce o intende riunire, infatti, gli enti locali il cui territorio ricomprende quello del disciplinare di produzione del Vino Falerno del Massico Dop (Carinola, Cellole, Falciano del Massico, Mondragone e Sessa Aurunca) ma anche il Consorzio di Tutela dei Vini Casertani, la Camera di Commercio Industria Agricoltura ed Artigianato di Caserta, i produttori del Falerno, gli operatori economici della ricettività nonché le istituzioni culturali per la difesa e promozione del patrimonio storico, gli organismi di istruzione di ogni livello.

Il Falerno da intendere quale veicolo del valore millenario di una geografia, quella dell’Ager Falernus, che ha dato genitura, duemila anni fa, ai concetti stessi di agroalimentare e di tipicità geografica.

“Qui nacque la prima Dop al mondo, il nostro territorio è unico a livello planetario” ripete con orgoglio Maria Zampi, giovane professionista, 29 anni, laureata in management internazionale delle imprese e del turismo, eletta (all’unanimità dei firmatari dell’atto costitutivo) quale prima presidente dell’importante organismo.

“Ma è qui che nacquero anche i concetti di internazionalizzazione e di export, di packaging, di rete di impresa, di filiera e di distretto agroalimentare”, continua Zampi, facendo riferimento alle navi cariche di tipiche anfore vinarie di Falerno, costruite nelle locali fornaci, che salpavano dai porti romani di Sinuessa, Foce del Garigliano e Minturno per raggiungere tutto il mondo allora conosciuto.

“Un’eredità culturale immensa, in grado di moltiplicare l’interesse internazionale, commerciale ma soprattutto turistico, per questa porzione straordinaria di Italia” commenta l’avvocato Salvatore Avallone, presidente del Consorzio di Tutela Vitica e titolare di Villa Matilde, l’azienda più nota tra i produttori di Falerno del Massico.

Il presidente Avallone è stato uno dei firmatari dell’atto costitutivo, insieme al dottor Luigi Crimaco, direttore del Museo Civico Archeologico “Biagio Greco” di Mondragone e di quello, appena inaugurato di Sessa Aurunca.

Il “colpaccio” (come lo ha chiamato Crimaco) di aver rinvenuto, in territorio mondragonese, le evidenze archeologiche di una delle più antiche ville rustiche (le micro unità produttive dove coesistevano residenza, trasformazione agricola e logistica) dove di produceva Falerno, rinvenimento avvenuto grazie agli scavi effettuati dall’Università di Perugia, “dimostrano – ha affermato Crimaco durante la riunione costitutiva – di quale tesoro dell’Umanità è portatore un territorio che può riacquistare l’enorme prestigio di cui ha goduto nei millenni”.

Presenti e firmatari dell’atto costitutivo sono stati anche il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Agostino Nifo” di Sessa Aurunca, professor Giovanni Abbate, il direttore del Museo Civico di Falciano del Massico, Ugo Zannini, il presidente della Pro Loco di Carinola, Antonio Torrico, il presidente del Comitato “Festa della Vendemmia” (la tradizionale manifestazione che si svolge annualmente a Casale di Carinola), Mario Andolfi.

Le pubbliche amministrazioni sono state naturalmente rappresentate dal Comune di Carinola, il cui raggiante sindaco Luigi De Risi (ispiratore dal 2013 dell’importante iniziativa) ha di suo pugno messo la prima firma in calce all’atto costitutivo.

Si attendono, dopo i passaggi istituzionali d’obbligo, le adesioni di tutti i comuni, quella della Camera di Commercio, il cui presidente, Tommaso De Simone, anticipò a suo tempo (riunione costitutiva del 18 dicembre) la disponibilità e l’entusiasmo dell’Ente di via Roma, quello ancora delle associazioni datoriali quali Cia, Confcommercio, Confesercenti e Confagricoltura.

A Luigi Crimaco è stato dato mandato di raccogliere l’adesione di istituzioni culturali quali università e soprintendenze nonché di personalità che andranno a impreziosire il costituendo Comitato Scientifico di Terre del Falerno.

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