Napoli, Acen: “Mare e portualità opportunità di sviluppo”

di Redazione

Napoli – “Il mare e la portualità sono una grande opportunità di sviluppo per i comuni della fascia costiera della Città Metropolitana di Napoli. Ci sono le condizioni per investire soprattutto nei settori del turismo, della ricettività alberghiera, ma non solo, e delle infrastrutture. C’è molto da fare. Siamo convinti che le istituzioni coglieranno questa opportunità”.

Ad affermarlo è Francesco Tuccillo, presidente dell’Acen, a margine della presentazione della ricerca “La risorsa Mare per il Territorio – prospettive di sviluppo per la fascia costiera della Provincia di Napoli”, finanziata dalla Camera di Commercio di Napoli e realizzata da un gruppo di studio coordinato dall’Acen. La ricerca, curata dal professor Luigi Fusco Girard, direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca Urbanistica “Alberto Calza Bini”, prende in esame le opere e i progetti che interessano 16 comuni costieri della provincia di Napoli (Napoli, Bacoli, Castellammare di Stabia, Ercolano, Giugliano, Massa Lubrense, Meta di Sorrento, Monte di Procida, Piano di Sorrento, Portici, Pozzuoli, Sant’Agnello, Sorrento, Torre Annunziata, Torre del Greco, Vico Equense), che, secondo lo studio, se ultimati e connessi, possono contribuire a riqualificare il territorio e concorrere allo sviluppo e alla crescita socio economica dell’intera area. Sono 115 i progetti censiti, in 14 mesi di studio, con 30 indicatori di valore per ogni comune. Complessivamente, il piano prevede di mettere in moto oltre un miliardo di euro di investimenti. “Sono stati condotti studi approfonditi per questa ricerca – spiega Tuccillo -, analizzando puntualmente tutte le opportunità di sviluppo per i territori”.

“L’obiettivo – spiega Fusco Girard – è rendere la Città Metropolitana di Napoli un’istituzione produttiva, perché c’è il rischio che le diseconomie che già esistono si aggravino ulteriormente con questa straordinaria innovazione istituzionale. Il modello da seguire deve essere quello della simbiosi. I comuni devono fare rete tra loro e potenziare i collegamenti con le rispettive aree portuali, troppo spesso slegati dalle città. Quel che emerge dallo studio è che queste aree, nel tempo, hanno attratto e attrarrano numerosi investimenti, e tuttavia le necessità di intervenire e riqualificare sono ancora tante”.

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