Il sottosegretario Migliore visita l’Opg di Aversa

di Nicola Rosselli

Aversa – Da manicomio criminale a istituto di pena a basso indice di pericolosità, il tutto al centro della città normanna. Sono trascorsi 11 mesi è l’ospedale psichiatrico giudiziario “Filippo Saporito”, che sabato mattina è stato teatro di una visita del sottosegretario alla Giustizia, Gennaro Migliore, continua ad avere aperti i battenti e ad ospitare pazienti/detenuti nonostante una legge specifica ne avesse decretato la chiusura.

Da quel 31 marzo 2015 ad oggi gli addetti alla struttura carceraria non hanno mai smesso di prestare la propria opera perché, sebbene non arrivino nuovi ospiti, continuano ad esserci ancora 23 pazienti che non hanno ancora trovato ospitalità nelle Rems (acronimo che sta per residenze per l’espiazione delle misure di sicurezza) semplicemente perché non ce ne sono ancora a sufficienza per soddisfare il fabbisogno.

“In questo momento – ha dichiarato la direttrice dell’ospedale psichiatrico giudiziario aversano, Elisabetta Palmieri – sono 23 i pazienti ricoverati. Si tratta di persone provenienti da Campania, Lazio, Abbruzzo e Molise. Alcune di queste regioni non hanno predisposto Rems, altre le hanno ma con posti letto non sufficienti per cui si attende che queste si adeguino”.

Intanto, ad Aversa rimangono un nutrito numero di agenti di polizia penitenziaria, infermieri, sanitari e amministrativi. Tutte persone che, probabilmente, continueranno a prestare la propria opera ad Aversa dove una parte dell’attuale patrimonio immobiliare che fa capo all’ospedale psichiatrico giudiziario verrà riconvertito per ospitare un carcere a basso indice di pericolosità. Un proposito che riaffiora ogni tanto anche attraverso convegni e comunicati più o meno ufficiali.

La conferma viene, però, dalla stessa responsabile dell’ospedale psichiatrico giudiziario aversano, anche se non in maniera formale. “Siamo – afferma la dottoressa Palmieri – dinanzi ad un progetto che diverrà ufficiale quando ci sarà il decreto di conversione. Nella pratica saremo di fronte ad un istituto a basso indice di pericolosità”. Quando le viene chiesto se questo significa che ci saranno detenuti che di giorno saranno a spasso per la città per poi far ritorno di notte in carcere, la dirigente specifica: “Basso indice di pericolosità non significa che ospiterà detenuti in regime di semilibertà, ma detenuti con problematiche fisiche o anziani che stanno per finire di scontare la propria pena”.

Intanto, il Consiglio dei ministri ha nominato Franco Corleone commissario unico per curare la chiusura degli Opg. Il mandato che è stato affidato al Commissario è ampio: riguarda tutto il territorio nazionale, per la piena e corretta applicazione della legge 81/2014, che privilegia decisamente misure di sicurezza alternative alla detenzione con progetti di cura e riabilitazione individuale.

“Questo – si legge in una nota di StopOpg – Cgil – è possibile nella stragrande maggioranza dei casi, come indicano le Relazioni al Parlamento. Decisivo perché ciò si realizzi è il ruolo della magistratura e il rapporto di collaborazione con le Regioni e le Asl. Allora il ruolo delle Rems, e quindi la detenzione, può e deve diventare residuale rispetto a cure che devono svolgersi nei servizi di salute mentale e socio sanitari del territorio. Servizi che vanno sostenuti e ai quali vanno subito assegnate le risorse finanziarie e umane necessarie. Ora possiamo fare un altro passo avanti lungo la strada della legge 180, che decretando la chiusura dei manicomi ha restituito speranza, diritti e dignità a migliaia di persone”.

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