Caso bollette idriche 2010, Dongiacomo: “Non sussistono”

di Gabriella Ronza

San Marcellino – Nelle ultime settimane è arrivato nelle case dei sammarcellinesi un sollecito di pagamento a firma del responsabile area tributi, ragionier Perrotta, relativo a una utenza sull’acqua potabile dell’anno 2010, atto che ha sollevato diverse polemiche in quanto molti dei destinatari hanno confermato di aver pagato in modo regolare le bollette idriche di quell’anno. Del caso, si sta occupando il comitato politico “Si può fare – la San Marcellino di tutti” che nelle prossime elezioni del comune presenterà il candidato sindaco Francesco Dongiacomo.

“Si sta registrando in questi giorni – afferma Dongiacomo – un notevole affollamento degli uffici comunali in quanto sono in corso 2566 notifiche di solleciti di pagamento di utenze idriche per l’anno 2010. Questi atti sono stati predisposti dal responsabile dell’area finanziaria, il ragioniere Perrotta, a fine anno. Sono stati depositati in poste il 31/12/15 e si chiede, pertanto, ai cittadini il versamento del relativo importo entro il 15/02/16. Già relativamente a questa cosa ci sarebbero i presupposti di una prescrizione in quanto sono passati 5 anni”.

 “Ma non ci siamo fermati solo a questa prima contraddizione, – continua – abbiamo poi scavato un pochino nell’albo pretorio online del Comune, facendo accesso agli atti. Chiedendo agli uffici comunali, sono venute fuori anche delle determinazioni che in un primo momento ci erano sfuggite. In particolare, c’è una determina del 30 dicembre 2015, la n. 71, a firma sempre del responsabile dell’area finanziaria, in cui si notifica che sono stati inviati 2566 avvisi agli utenti. Peraltro, l’Ente, nonostante la struttura organizzativa di cui dispone, si è avvalsa di due diverse ditte private esterne, con un esborso economico non da poco, pari a circa 8.000 euro solo per la redazione dei solleciti di pagamento. Quindi, ogni atto che vi è arrivato, è costato, contando solo e unicamente quel foglio di carta e non la raccomandata, ben 2,36 euro esclusa iva, più 5.10 euro per ciascuna raccomandata, per un totale di 13.000 euro circa. L’intera procedura ha comportato per l’Ente un esborso totale di oltre 20.000 euro. Certo, se fosse giusto pagare, allora questi sarebbero soldi ben spesi, ma il problema è che i cittadini stanno dimostrando di essere in regola con i pagamenti. N

oi come comitato abbiamo presentato in data 28/01/2016 la richiesta di accesso agli atti per conoscere quanti cittadini hanno già inoltrato le ricevute di pagamento dell’anno 2010, dimostrato di avere già in precedenza pagato. Da una prima chiacchierata informale, abbiamo constatato che già oltre mille contribuenti hanno dichiarato di aver pagato. Praticamente senza fare i dovuti accertamenti, l’atto è stato inviato a tutte le 2566 utenze idriche registrate. Inoltre, c’è chi ha stipulato contratti nel 2013 e si è trovato con la richiesta di pagamento relativo ad un anno, il 2010, in cui non aveva alcun contratto con l’Ente. È assurdo! Aggiungo che nel 2010 esisteva ancora l’Eco service, che era l’azienda che prima gestiva l’acqua potabile di San Marcellino. Adesso, questa azienda non si occupa più dell’acqua del comune ed è praticamente scomparsa, non lasciando un database.

Ci chiediamo allora da dove sono stati desunti i dati e i nominativi dei cittadini? Di chi è la colpa di questo disagio? L’Ente ha effettuato i necessari controlli prima di procedere all’invio dei solleciti? E, soprattutto, a chi addebitare tra i responsabili e  dirigenti del Comune quanto speso dallo stesso Ente? Aspettiamo la risposta ufficiale da parte del comune, dopo di che valuteremo se ci sono i presupposti per un’istanza alla Corte dei Conti per eventuali estremi di danno erariale. Non escludiamo inoltre l’opportunità di sollecitare l’intervento degli organi prefettizi. In attesa di delucidazioni, abbiamo preparato un modello di istanza di sgravio per queste utenze per tutti i cittadini: in sostanza il cittadino potrà compilare questo modulo, allegando documenti e bollette pagate e protocollando il tutto al comune”. 

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